Tensioni Russia-Usa e canzoni sulla Guerra Fredda

Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia, negli ultimi giorni hanno riaperto le finestre dei miei ricordi adolescenti, quando negli anni ’80 la paranoia nucleare trovava spazio nei testi di molte canzoni. Ma la Guerra Fredda ha plasmato la musica già decenni prima, così come la maggior parte degli aspetti della cultura popolare. I valori, i problemi e le idee della Guerra Fredda si trovano infatti in centinaia di brani tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’90, che abbracciano vari stili e generi musicali.
Restando nel periodo in cui, da ragazza, fruivo ampiamente di ascolti seguendo, nel frattempo, le cronache del tempo, il primo titolo forte che mi viene in mente è senz’altro “Russians” di Sting, un brano del 1985 in cui l’ex Police auspicava la pace pensando al fatto che “anche i russi amano i loro figli”.


L’anno dopo era Bruce Springsteen con la sua E Street Band a registrare il brano “War” scritto da Norman Whitfield e Barrett Strong nel 1969 e lanciato per la prima volta dal quintetto della Motown The Temptations, in cui si ribadisce che “la Guerra non serve assolutamente a niente”.

 

“War” nel 1983 diede il titolo a un album della band dublinese U2, di cui cito su tutti “New Year’s Day”, brano che offre tuttora un’esaustiva panoramica della situazione europea di quel momento. L’anno prima era uscito “US Forces” degli australiani Midnight Oil, rock band che ha spesso affrontato temi politici e pacifisti, mentre l’anno successivo fu la volta di “Two Tribes” dei Frankie Goes To Hollywood, che in piena New Wave salirono in vetta alle hit parade.

 

Spostandomi al 1989, il mio adorato Billy Joel cantava “Leningrad”, una ballata in cui il musicista paragona la sua educazione alla Guerra Fredda a quella di Viktor, un clown da circo che incontrò in Unione Sovietica. Nello stesso anno, sempre tratto dall’album “Storm Front”, il pianista di Long Island registrava “We Didn’t Start The Fire”, con rimandi allo stesso tema.

 

Gli anni ’90 arrivarono con “Wind of Change” degli Scorpions, gruppo tedesco che cantava la caduta del Muro di Berlino. E qui mi fermo, anche se si potrebbe andare avanti o indietro a ritroso, da “Atomic Cocktail” di Slim Gaillard e del suo quartetto, un brano del 1945, passando per “Masters of War” di Bob Dylan, capolavoro universale e senza tempo dal meraviglioso “The Freewheelin’ Bob Dylan”, un disco del 1963.

E a voi, quali altri titoli vengono in mente?

 

© Copyright 2024 Editoriale Libertà

Whatsapp Image

Scopri il nuovo Canale Whatsapp di Libertà

Inquadra il QRCODE a fianco per accedere

Qrcode canale Whatsapp