West Side Story ha compiuto 60 anni ma non li dimostra

Sembra incredibile, ma tra gli anniversari musicali più celebri, quest’anno c’è stato anche il 60esimo di “West Side Story”, il capolavoro di Leonard Bernstein, poi divenuto anche un film diretto da Robert Wise e Jerome Robbins, nominato a 11 Premi Oscar, poi vincitore di 10 statuette.

Il debutto avvenne a Broadway nel 1957, con la musica straordinaria di Bernstein, il libretto di Arthur Laurents e i testi di Stephen Sondheim, il grande autore scomparso qualche giorno fa, al quale questo blog è dedicato. Le coreografie erano di Jerome Robbins e l’ispirazione che accomunava tutti quanti era la storia di Romeo e  Giulietta – William Shakespeare, per fortuna, è dappertutto., Nella vicenda di “West Side Story” – più di un musical, un’opera tuttora attuale e meravigliosa – si identificarono tantissimi giovani, ragazzi nati e cresciuti a New York, figli di periferie spigolose, di tradizioni culturali ristrette, di steccati politici e problematiche sociali. Bernstein li conosceva benissimo, e proprio a loro, e alla loro  straordinaria cultura e patrimonio musicale, pensava mentre componeva le sue musiche.

Un grande classico da riassaporare, in varie versioni, di cui esiste anche un album (con  docufilm) interpretato, tra gli altri, da José Carreras e Kiri Te Kanawa, diretti dallo stesso Lenny.

Alle soglie del 2022, “West Side Story” suona ancora come un’esplosione, una supernova che dà vita ad altre nebulose, a galassie, pianeti, giochi di luce, spirali  rotanti. E’ il bello della grande musica, delle storie d’amore e d’odio che sembrano ripetersi in ogni epoca e cultura differenti, e che solo i grandi artisti riescono a raccontare nella loro drammaticità, dove anche la morte celebra la vita.

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