L’Avis di San Giorgio festeggia i suoi primi 50 anni con un monumento

08 Gennaio 2021 13:29

L’Avis di San Giorgio ha festeggiato i suoi primi 50 anni con un monumento, dedicato a tutti i suoi volontari, donatori e fondatori. Il monumento è stato ideato dall’artista locale Alessandro Masera e raffigura cinque cubi sovrapposti, uno per ogni decennio di vita dell’associazione, che rappresentano la solidità e la concretezza.

“Avis 1970-2020” è l’incisione che si distingue sul monumento dedicato ai donatori che si trova davanti alla sezione comunale di San Giorgio, un’iniziativa voluta fortemente dai volontari e dal presidente Avis Leonardo Civardi proprio perché si inserisce nel cinquantesimo di fondazione della Sezione, una realtà caratterizzata dalla raccolta del sangue e sensibilizzazione al dono che oggi conta oltre 130 iscritti.

“E’ un regalo che ci siamo concessi per il nostro cinquantenario, dedicato ai donatori di ieri e di oggi – sottolinea Civardi -. E’ una ricorrenza che volevamo onorare a tutti i costi. Si tratta infatti di un traguardo importante, il compimento di un percorso che prosegue nel tempo, con la speranza che le giovani generazioni continuino quanto noi abbiamo seminato fino ad ora. Fra i nomi incisi sulla scultura spiccano quelli di alcuni storici fondatori della sezione come monsignor Luigi Ferrari, ex parroco del paese”.

“La nostra comunità riconosce il valore dell’associazione – osserva la sindaca di San Giorgio, Donatella Alberoni -. L’Avis ha una qualità particolare, che è quella di essere silente, di lavorare senza far rumore, a voce bassa, ma facendo il proprio dovere e producendo un “silenzio rumoroso”. Un silenzio che parla di dono, di generosità, di impegno civico, di gratuità e di collaborazione con le istituzioni e gli altri enti del territorio”.

Un plauso all’iniziativa è giunto anche da Laura Bocciarelli, vicepresidente di Avis regionale Emilia-Romagna: “I valori fondanti dell’Avis restano il nostro punto fermo, oggi come cinquant’anni fa, tanto più in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Il sangue è vita e donarlo significa salvare vite umane”.

“Non c’è futuro senza storia – dice il presidente provinciale Avis, Leonardo Fascia -; la memoria di chi ci ha preceduto sul cammino della solidarietà costituisce la testimonianza fondamentale per noi e per le generazioni future. Dedicare un monumento a questi benemeriti è un invito a continuare sulla strada dell’amore e dell’attenzione verso chi oggi è nella sofferenza”.

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