Si è spento Pietro Amani, l’ultimo sopravvissuto ai gulag sovietici

07 Marzo 2020 05:00

È scomparso all’età di 98 anni Pietro Amani, l’ultimo dei militari piacentini sopravvissuti ai campi di prigionia sovietici. Viveva nella frazione di La Verza ed era in pensione dopo una lunga esperienza professionale nel distretto militare di via Castello.

Pochi mesi fa, lo scorso 9 novembre, aveva preso parte alla commemorazione ufficiale per il trentesimo anniversario dell’abbattimento del Muro di Berlino. In quell’occasione, davanti al sacrario dei caduti di tutte le guerre in piazzetta Mercanti, al reduce piacentino era stato consegnato un riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni. E con gli occhi bagnati dalle lacrime Amani non si era tirato indietro nel condividere i suoi ricordi sulla prigionia all’interno di un gulag in Kazakistan: il dramma della Seconda guerra mondiale, l’annientamento dell’Armir – l’Armata italiana in Russia – di cui faceva parte, le “piogge di esplosivi” sopra la testa nella valle di Arbusov, il rumore assordante dei lanciarazzi Katjuša sul fronte orientale e la deportazione nel gulag di Karaganda (oggi in Kazakistan) in cui morirono circa 500mila esseri umani.

Da qualche giorno aveva la febbre: i figli Alfredo e Paolo hanno chiamato il 118 e il decesso è avvenuto per arresto cardiaco al pronto soccorso di Piacenza.

IL CORDOGLIO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE  Anche l’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Amani: «A lui, ultimo italiano sopravvissuto ai gulag sovietici, le pur riconoscenti istituzioni non hanno reso tutto l’onore che avrebbe meritato. La grinta e la passione erano le stesse che gli hanno permesso di uscire vivo dalla tragedia della guerra e dalla disumanità dei gulag. La comunità piacentina è in lutto».

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