Se il Riesling Renano parla piacentino: Fuorivia 2020 e Pozzopiccolo 2021

Di Giorgio Lambri 19 Gennaio 2023 17:40

Vai alla pagina principale di Pansa&Tasca

Sul nome non vi è certezza. Solo ipotesi. La più comune rimanda all’espressione “Reissende Tiere”, cioè “Animali Selvatici”, forse per il carattere selvatico del vino o forse per una sua possibile relazione con vitigni altrettanto selvatici. Quello che è certo è che dal Riesling Renano, vitigno a bacca bianca originario della Germania, si ottiene un portentoso vino fruttato e di carattere.

Diffusosi nel tempo in Alsazia, Austria, Slovenia, Ungheria e Italia, ha fatto proseliti, pochissimi per la verità, anche nel piacentino. Ad esempio, una bottiglia del passato della quale serbo un grato ricordo è certamente “Arvinà” di quel genio di Ziano che risponde al nome di Ginetto Molinelli.

Più recentemente sulle stesse colline ho assaggiato qualcosa di pregevole grazie alla Cantina Primogenita. Siamo sempre nella zona di Ziano, sul confine con l’Oltrepo Pavese dove questo vitigno è da molti anni diffuso. Alcuni piccoli produttori, anche fuori dalla Lombardia, vi si cimentano con piccole quantità di bottiglie. E poi c’è chi su questi “Vini di Confine”, ha costruito un vero e proprio progetto. Un’idea che si muove nell’alveo del négoce e del négociant, figura che si affaccia nel mondo del vino già dal diciassettesimo secolo in Francia.

Sostanzialmente un produttore che acquista le uve, il mosto o il vino per produrre una sua bottiglia. In questo caso stiamo parlando del vulcanico Vittorio Barbieri, ricercatore e scrittore oltre che coltissimo vigneron, contitolare di Cascinotta di Rizzolo, autore del prezioso “Atlante del Vino Piacentino”. Che sta lavorando a quattro vini prodotti al confine tra Colli Piacentini e Oltrepo Pavese, in particolare tra i Comuni di Ziano e Santa Maria della Versa. “Nègoce perchè le vigne non sono mie, quindi acquisto l’uva, e vinifico nelle cantine di due amici-complici – conferma Barbieri – Graziano Terzoni di Podere Pavolini e Lodovica Lusenti della cantina omonima – quindi sono un nègociant e pure nomade. “Vini di confine” è un mio progetto personale, ma di fatto è un progetto collettivo, perché ho coinvolto parecchie persone tra proprietari di vigneti e cantine di vinificazione, tutti scelti sulla base di affinità speciali che sento di avere con ciascuno di essi (alla fine sono persone tra loro diversissime, ma con le quali amo confrontarmi). Il tarlo – rivela – mi è venuto nel 2020 con l’obiettivo di approfondire le mie conoscenze sul Riesling, non mi bastava più assaggiarlo e “viverlo” discutendo con i produttori nelle varie visite fatte in Germania, Alsazia e Alto-Adige. Volevo realizzarlo direttamente per provare a capirlo meglio. Da qui l’idea di cercare una vigna in Oltrepo a due passi dal confine, terra di grandi potenzialità e con tanto Riesling Renano”

“Il resto è stato una conseguenza – prosegue- quindi trovare una seconda vigna di Riesling (stavolta in provincia di Piacenza), poi la necessità, quasi, di confrontarsi faccia a faccia con il Pinot Nero e infine con la nostra Malvasia, che alla Cascinotta non vinifichiamo in purezza”. Barbieri spiega di non aver voluto coinvolgere nel progetto la cantina che gestisce insieme all’amico Giuseppe Quattrini e che tuttora rappresenta la sua casa-madre in ambito vitivinicolo, “perché alla Cascinotta vogliamo concentrarci solo sui vitigni tipici della Val Nure e della nostra provincia. Quindi ci tengo a tenere separate le due cose, ma a breve inizierò a potare le vigne della Cascinotta, per dire, quindi continuo a lavorare anche lì e a portare avanti i due progetti in parallelo. E fin qui siamo alla teoria, poi c’è la pratica che per quanto riguarda il sottoscritto si è concretizzata in due sorprendenti assaggi.

Il primo con Fuorivia 2020, uve dalla località Valdamonte, a Santa Maria della Versa (Oltrepo Pavese) su suoli argillosi calcarei, 100% Riesling Renano, vinificato con pressatura a grappolo intero, fermentazione in cemento controllata con aggiunta di lieviti selezionati, affinamento in acciaio per 9 mesi, filtrazione pre-imbottigliamento. Poco più di tremila strepitose bottiglie: giallo paglierino dorato luminosissimo, naso varietale raffinato e complesso, sorso di gradevolissima persistenza. Suggerisco ai ristoratori che hanno in carta piatti a base di pesce di assaggiarlo. Ma ancor più interessante in futuro potrebbero risultare le 900 bottiglie di Pozzopiccolo 2021, anche qui 100% Riesling Renano proveniente però dalla località Pozzolo di Vicobarone di Ziano, anche qui su argillosi calcarei. Imbottigliato nel giugno scorso è ancora senza etichetta, mi ha dato la sensazione di un talento precoce e ancora tutto da scoprire. Chi vivrà, anzi, chi assaggerà, vedrà…

[email protected]

© Copyright 2024 Editoriale Libertà