Processo poliziotti: “Sapevo che la nostra attività antidroga era contro la legge”

17 Dicembre 2013 19:00

tribunale

“Sapevo che l’attività che stavamo portando avanti nel mondo degli stupefacenti era contro la legge”; a dichiararlo, di fronte al giudice, è stato Paolo Bozzini, uno dei poliziotti coinvolti nella maxi inchiesta della Procura legata allo spaccio di stupefacenti, nell’udienza che oggi vedeva come imputato Claudio Anastasio, responsabile della squadra narcotici della polizia di Piacenza.

Il testimone ha confermato al giudice di non avere distrutto nell’inceneritore un quantitativo di hashish sequestrato dagli uomini delle volanti, ma di averlo consegnato ad un altro imputato nel processo ed informatore della polizia, il quale, secondo Bozzini, avrebbe consentito alla squadra antidroga di effettuare un arresto importante.

L’assistente di polizia ha inoltre sottolineato che alcuni transessuali erano stati, in sostanza, temporaneamente regolarizzati, dal punto di vista della permanenza nel nostro Paese, perché erano a loro volta informatori e servivano a confermare circostanze in alcune indagini in corso. Il poliziotto ha ribadito che il dirigente della squadra mobile, Stefano Vernelli, non sapeva dei loro accordi con l’informatore arrestato e che era al corrente solo della attività antidroga.

In ultimo il testimone ha dichiarato di essere conscio che le attività che stavano effettuando nel mondo degli stupefacenti erano contro la legge. Il processo è stato poi rinviato a fine gennaio.

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