In carcere l'uomo della lite: era un big dello spaccio

Sul capo dell'uomo, un 23enne bloccato dopo avere sfigurato un altro giovane, pendeva un'ordinanza di custodia cautelare. Sequestrati due grossi machete. Coinvolti altri 4 nordafricani

Redazione Online
|8 mesi fa
In carcere l'uomo della lite: era un big dello spaccio
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Da tempo era al centro di indagini per spaccio e sul suo capo pendeva un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma lui era sparito dalla circolazione e risultava senza fissa dimora. A tradire un 23enne egiziano è stato, la sera del 21 aprile, il coinvolgimento nella violenta lite avvenuta in Barriera Roma. E' lui l'uomo che ha sfigurato al volto con una coltellata un giovane nordafricano. Dopo che la polizia lo ha rintracciato e identificato, si sono così spalancate per lui le porte del carcere. Ai reati precedentemente contestati ora si aggiunge anche una denuncia per lesioni aggravate. Nei guai sono finiti anche altri quattro uomini coinvolti, tre nordafricani e un albanese d'età compresa tra 20 e 35 anni. Nella stessa circostanza sono stati sequestrati due grossi machete, un modesto quantitativo di hashish e gli smartphone in loro possesso.
Le persone coinvolte sono indagate a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti, possesso di armi e favoreggiamento. I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Piacenza tra il 21 ed il 22 aprile, con la collaborazione di altre forze dell'ordine al termine di un’approfondita indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Piacenza
L'operazione rientra in una più ampia indagine concernente gli scontri tra gruppi di cittadini nordafricani per il controllo delle piazze di spaccio a Piacenza. In particolare, l’attenzione si era focalizzata sulla rete di spaccio avviata da un gruppo degli egiziani, di cui il 23enne è risultato essere uno dei due leader. L'uomo era già stato arrestato ben due volte in flagranza di reato per spaccio di sostanza stupefacente tipo cocaina, hashish, oppiacei e benzodiazepine nei mesi di agosto e settembre 2024 ed attualmente era sottoposto al divieto di dimora in Provincia di Piacenza.
L'indagine prende le mosse da un intervento della polizia locale di Piacenza, che nel giugno del 2024 aveva fermato l'egiziano in via Colombo dopo un breve inseguimento, e lo aveva denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e per il porto di due coltelli con tracce di stupefacenti. Nella fuga, aveva perso il suo telefono cellulare, recuperato dagli agenti. Proprio l’esame del contenuto del telefonino e poi l'ascolto delle persone informate ha consentito agli investigatori di ricostruire la rete di spaccio dell’indagato. Le successive indagini della Squadra Mobile, hanno infatti permesso di ricostruire come abbia proseguito nella sua attività illecita a Piacenza, spacciando coca in cambio di denaro o prestazioni sessuali.
Inoltre, era possibile anche individuare altri uomini coinvolti in attività di spaccio, che erano stati a loro volta sottoposti a procedimento penale. In particolare, il cittadino egiziano da cui è partita la presente indagine, è stato accusato di essere uno dei principali corruttori del medico di base arrestato nell'agosto del 2024 per corruzione e spaccio. Proprio da lui il 23enne si riforniva di ricette per farmaci stupefacenti da rivendere al dettaglio. Anche in seguito, secondo gli inquirenti, aveva proseguito nell’attività di vendita al dettaglio di cocaina ed era destinatario di custodia cautelare in carcere, che ora è stata eseguita.
Ora si trova nel carcere delle Novate e una volta che avrà chiuso il suo debito con la giustizia, la sua posizione sarà vagliata dall’Ufficio Immigrazione per i provvedimenti di competenza. Gli inquirenti stanno ora concentrando le indagini sugli altri componenti della rete.