Lapide a Monticelli ricorda Enrico Cialdini, generale che compì massacri in Sud Italia
Redazione Online
|2 anni fa

Affacciata su via Martiri della Libertà, a Monticelli, c’è una lapide che celebra un generale a cui, nell’Italia post-unitaria, sono imputati arresti in massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie e rappresaglie contro uomini, donne e bambini. Un generale le cui azioni spietate hanno portato nel 2011 l’ex presidente del Consiglio Amato a chiedere scusa a un piccolo comune campano messo a fuoco e fiamme per rappresaglia e, dieci anni più tardi, anche l’allora sindaco di Reggio Emilia Delrio a fare lo stesso.
Quel generale si chiamava Enrico Cialdini e per rintracciare il suo nome, nel nostro territorio, occorre andare a Monticelli: lì sorge un palazzotto color panna, a due piani, con un loggiato. Lì sta affissa una lapide in marmo, circondata da un delicato fregio floreale: “In questa casa – vi si legge – nella sera del 27 giugno 1866 conferì per affari di stato sua maestà Vittorio Emanuele II con sua eccellenza il generale Enrico Cialdini. Il Municipio a perenne memoria pose”.
Non si sa la data precisa in cui l’amministrazione di Monticelli decise di celebrare la venuta del re d’Italia e l’incontro con Cialdini. Quel che si sa però è che l’incontro monticellese venne accolto benignamente dalla famiglia Basola, allora proprietaria del palazzo.
“Si tratta di una famiglia altolocata di origine ebraica – spiega lo studioso di Monticelli Mario Miti – Basola è un negoziante di tessuti ed è lui a comprare i terreni e poi a mettere a disposizione la residenza di famiglia per ospitare l’incontro fra il re e il generale”.
Oggi l’ex casa Basola è ancora vuota: ma quanto ancora il nome di Cialdini infiammi gli animi lo si capisce leggendo la sua biografia in rete in cui viene presentato come “un assassino di meridionali”.
Oggi l’ex casa Basola è ancora vuota: ma quanto ancora il nome di Cialdini infiammi gli animi lo si capisce leggendo la sua biografia in rete in cui viene presentato come “un assassino di meridionali”.





