Farmacie, il mercato cambia: arrivano le “catene reali”

Inevitabile passaggio dal forte legame con la tradizione familiare ai grandi gruppi delle holding

Thomas Trenchi
23 aprile 2025|31 giorni fa
Farmacie, il mercato cambia: arrivano le “catene reali”
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Le farmacie a Piacenza hanno da sempre avuto un forte legame con la tradizione familiare: dal nonno al padre e ora al figlio, questi esercizi sono stati per decenni punti di riferimento per la comunità. Ma il mercato sta cambiando. Grandi fondi d’investimento, tramite “holding”, stanno acquisendo alcune farmacie storiche del nostro territorio, trasformando le insegne familiari in veri e propri brand nazionali. Il fenomeno è in crescita, con il 10% delle circa 100 farmacie attive nel Piacentino già acquisito da gruppi come Hippocrates Holding e Dr. Max.
Hippocrates, colosso con oltre 500 farmacie in Italia, ha recentemente acquisito la farmacia nel quartiere Besurica, ampliando il suo portafoglio a Piacenza, dove già possiede anche l’esercizio di via Genova. Dr. Max, secondo gruppo europeo per dimensioni, ha iniziato il suo percorso a Piacenza con l’acquisizione delle farmacie di Montale e viale Sant’Ambrogio. Non è da meno Prosit Farma, holding emergente, che ha già rilevato diverse farmacie in città, cioè piazza Borgo e corso Vittorio Emanuele, oltre a quella di Ferriere. A breve potrebbe toccare anche a un’altra attività in provincia. In quest’ultimi casi, i titolari storici sono rimasti all’interno delle farmacie come soci nella nuova gestione.
Il modello è quello delle “catene reali”, che puntano a razionalizzare gli acquisti e uniformare i servizi, rendendo le farmacie sempre più simili a negozi in grande distribuzione. Il valore medio di una farmacia venduta oggi supera gli 1,5 milioni di euro, un dato in crescita rispetto al periodo pre-pandemico.
Un tempo, vendere una farmacia era considerato un tabù, ma la crescente burocrazia, le difficoltà nella gestione e la carenza di personale hanno spinto molti titolari a cedere le loro attività. Alcuni ex proprietari diventano soci o direttori nelle nuove società, mantenendo il personale ed evitando ripercussioni occupazionali. La direzione sembra chiara: i piccoli esercizi cedono, mentre i grandi gruppi acquistano.