«Lavoro con i monaci: a 13 anni in liquoreria, ora sono il factotum»
Boris Borlenghi, 24 anni, è un laico. Ha cominciato a dare una mano a Fra’ Mauro Gallo e ora si occupa di tutto, tranne delle messe
Donata Meneghelli
|2 settimane fa

Il giovane Boris Borlenghi con Fra' Mauro Gallo nei chiostri dell'abbazia di Chiaravalle - FOTO MENEGHELLI
È il factotum della comunità monastica cistercense dell’abbazia di Chiaravalle della Colomba. Boris Borlenghi è un laico, ha 24 anni da poco compiuti e ha iniziato ad affiancare i monaci quando ne aveva appena 13. «Ho cominciato a dare loro una mano per spostare carichi pesanti e per operazioni pratiche, e poi via via mi sono trasformato in un aiuto anche in ambito organizzativo, amministrativo e burocratico. Mi occupo di tutto tranne di quello che riguarda la liturgia, le messe».
Boris presta questa opera in maniera del tutto volontaria; i monaci gli corrispondono rimborsi spese se si sposta per commissioni o li accompagna in viaggi lunghi (come a Roma).
Il legame del 24enne con la comunità monastica è talmente forte che la sua tesi di laurea l’ha dedicata a Padre Efrem, scomparso nel 2018. Efrem Tedla, di origine eritrea, è stato decisivo nella crescita umana e culturale di Boris, che racconta: « Lo considero il mio mentore; è stata figura cruciale negli ultimi anni delle scuole medie e nei primi del liceo. Mi ha ispirato l’amore per lo studio, per la cultura e per Dante e che mi ha fatto iniziare il liceo classico con grande forza ed energia».
Dopo il diploma al liceo “D’Annunzio” di Fidenza, Boris si è laureato nel marzo scorso in Civiltà e Lingue Straniere Moderne all’Università di Parma (relatore il prof. Nicola Catelli e correlatrice la prof. Chiara Rolli). « Un po’ inusuale - ammette una tesi su San Bernardo nel Paradiso dantesco, per uno studente come me di Lingue, ma ho scelto un argomento che amo. San Bernardo è stato uno dei promotori della nascita dell’abbazia di Chiaravalle. Sono stato parte della Bella Schola di Fidenza, che si occupava di letture dantesche».
Ma non di sole lettere vive l’uomo e, per citare San Benedetto (fondatore dei cistercensi che poi San Bernardo innovò e rinnovò), la regola per un buon cristiano è “Ora et labora”.
Boris ha iniziato a “lavorare” nella liquoreria del convento (opera che tutt’ora svolge): « Ho cominciato con l’aiutare Fra’ Mauro Gallo che oggi ha 86 anni. E’ un fratello converso (monaco non ordinato sacerdote) che si occupava nei lavori manuali alla liquoreria ma che aveva bisogno di supporto. E’ lui che ho affiancato quando avevo 13 anni, è lui che mi ha introdotto come factotum in abbazia. Poi Padre Amedeo Parente (l’ex priore, mancato l’anno scorso), negli ultimi tempi mi ha introdotto anche alla parte amministrativa e contabile».
Oggi l’abbazia è abitata da quattro monaci: il citato Fra’ Gallo, il priore padre Silvestro Buttarazzi, padre Ludovico Valenti e padre Fissehaye (Felice) Bahta (monaci e anche sacerdoti). Fra’ Gallo e il giovane laico Borlenghi accolgono anche i pellegrini lungo la Via Francigena e tanti gruppi di turisti e fedeli. Perché la comunità monastica è operosa e capace di accogliere.

