Alberto Dosi, vita allo Specchio: «Sempre col coraggio di sognare»

Broker assicurativo, maratoneta, maestro di scacchi e uno dei massimi esperti italiani dei Beatles. Su Telelibertà il racconto di una vita intensa

Matteo Prati
|6 mesi fa
Alberto Dosi e Nicoletta Bracchi durante la trasmissione  "Lo specchio di Piacenza"
Alberto Dosi e Nicoletta Bracchi durante la trasmissione "Lo specchio di Piacenza"
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Ingegnere, broker assicurativo, maratoneta, maestro di scacchi e uno dei massimi esperti italiani dei Beatles, impegnato da anni nel tessuto civico e culturale piacentino: Alberto Dosi è l’incarnazione perfetta di come la curiosità possa diventare una forza motrice inesauribile. Ospite di Nicoletta Bracchi nella trasmissione “Lo specchio di Piacenza”, ieri sera, ha raccontato il suo percorso fuori dagli schemi. Entusiasmo, determinazione e voglia di non rinchiudersi mai in una sola definizione. «Sono un maratoneta della vita - dice sfoderando il suo sorriso inconfondibile - ho imparato a dare scacco alla noia con energia, con il cuore, la testa… e tanta gamba». Fin da piccolo, racconta, ha coltivato passione per la montagna, la musica, gli scacchi. «Se qualcosa mi piace do tutto me stesso. Non mi sono mai pentito di aver seguito le mie passioni».
L’incontro con la musica dei Beatles è stato un colpo di fulmine. «Tutto è nato per caso, come spesso accade con le cose più importanti. Era la fine del ’63, mio fratello portò a casa un disco e quell’ascolto mi conquistò». Il momento che segna definitivamente questo legame arriva il 24 giugno '65, con un evento irripetibile. «Per la licenza media, mio padre mi regalò un biglietto per il concerto dei Beatles al Vigorelli. Non mi rendevo conto di essere testimone di un momento storico». Nell’universo dei Fab Four anche con aneddoti incredibili: «Sono finito sulla prima pagina del Nice Matin per essere riuscito a partecipare, da “infiltrato”, al compleanno di Ringo Starr. E mi sono persino “imbucato” al matrimonio di Paul McCartney, nel municipio di Marylebone a Londra».
Alberto Dosi ha affiancato a una brillante carriera da broker assicurativo, svolta in un team coeso, un forte impegno culturale a Piacenza, come consigliere della Fondazione di Piacenza e Vigevano e oggi alla Galleria Ricci Oddi. Convinto che non ci si debba rinchiudere nei soli doveri, confida: «Da ragazzo sognavo la NASA, mi ero persino iscritto alla lista d’attesa per il primo volo commerciale nello spazio». Oggi continua a credere nel valore dei sogni: «Ai giovani dico: non abbiate paura di sognare in grande. E se qualcuno vi dice che non ce la farete, rispondete: “Per favore, non disturbate chi ci sta provando”».
Grande appassionato di scacchi e montagna, Alberto ha fatto di entrambe strumenti di memoria. «Sono arrivato terzo agli Europei e ho giocato contro Karpov». Ogni anno, nel ricordo del padre, raggiunge una cima dolomitica per lasciare una sua foto: un rito laico e affettuoso, legato anche alla donazione della collezione di minerali paterna - 1.500 pezzi - al Museo di Storia Naturale di Piacenza («Condividere è un dovere, non solo un gesto generoso»). Classe 1948, Alberto Dosi ricorda con affetto l’amicizia nata sui banchi delle medie con Massimo Toscani: «Un legame indistruttibile. Lui dice sempre che sono il numero uno, e io faccio finta di crederci – scherza – volevamo cambiare il mondo, e invece siamo cambiati noi ma senza perdere la nostra identità». Dosi, ex consigliere circoscrizionale, presidente del Rotary Club Sant’Antonino e della Round Table, ha sempre vissuto l’impegno civico con spirito di servizio. «Se ti chiedono di fare qualcosa per la tua città, la risposta deve essere sì. Un tempo la politica era dialogo, oggi troppo spesso è solo scontro». E il Dosi maratoneta? Nel suo palmarès, sei mezze maratone europee – Lisbona, Praga, Copenaghen, Valencia, Cardiff e Berlino – e decine di gare che sono diventate tappe simboliche. «Ho corso anche, con mio figlio, la mezza maratona di Londra e l’ho dedicata a mia figlia Alessandra, in fondo correre è anche un modo per portarla con me per sempre, in giro per il mondo. Il prossimo 15 giugno correrò sul ponte che unisce Danimarca e Svezia per i 25 anni della sua costruzione». Alberto Dosi non si è mai accontentato di vivere: ha voluto sentire, imparare e raccontare. «Più sali in alto, più lontano vedi. Più lontano vedi, più a lungo sogni».

Dosi e l’eredità dei Beatles

Per Alberto Dosi, la musica dei Beatles è molto più di una passione: è una forma di pensiero, libertà e cura («Con loro, le canzonette sono diventate opere d’arte, e il pop un vero linguaggio culturale»). Dischi come “Sgt. Pepper’s” rappresentano per lui una svolta culturale, «non era solo musica, ma narrazione e una voce nuova». E brani come Hey Jude diventano un invito alla resilienza: «È una carezza all’anima». La sua canzone del cuore? “In my life”, «profonda e poetica», ma anche “The end”, con quel verso che per Alberto dice tutto: “E alla fine, l’amore che ricevi è uguale all’amore che doni”. Tra le sue attività più significative, anche mostre e collaborazioni culturali, come quella a Bologna, dove ha esposto parte della sua collezione o la mostra al Farnese nel 2004, realizzata con Eleonora Bagarotti. «Quella mostra è stata un viaggio nei testi, nelle copertine, nell’immaginario coloratissimo degli anni ’60. Nel 2018, invece, abbiamo reso omaggio ai 50 anni del “White album”». Cita con entusiasmo l’iniziativa di video mapping sul Palazzo del Governatore, in piazza Cavalli, organizzata con la Fondazione di Piacenza e Vigevano. «Un’idea bellissima, nata da Milena Tibaldi, che intitolammo “Ecce fabula”, spettacolo realizzato da Gionata Xerra. In piazza, nel 2015, c’erano migliaia di persone, emozionate. È stato uno di quei momenti in cui la cultura incontra davvero la città». Le puntate de “Lo specchio” sono disponibili sul sito on demand Telelibertà