Omicidio Pierini, la figlia arrestata non risponde alle domande del gip

15 Gennaio 2016 13:46

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Si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip Maria Grazia Guidoni, la 45enne accusata dell’omicidio della madre Giuseppina Pierini. In Procura, nella conferenza stampa tenuta dal procuratore capo Salvatore Cappelleri, sono stati forniti ulteriori dettagli sulla morte della donna scomparsa da Pontenure nel luglio del 2012, i cui resti sono stati ritrovati nel novembre 2015 a Massa Marittima nel Grossetano.

Gli inquirenti hanno raccontato che la svolta è arrivata con la confessione di Gino Laurini, figlio 22enne di Maria Grazia Guidoni e nipote della vittima. Il giovane ha dichiarato alle forze dell’ordine che aveva la necessità di togliersi un peso e ha raccontato la sua verità. Giuseppina Pierini sarebbe stata uccisa a Pontenure con un mix di barbiturici prima di essere soffocata con un sacchetto di nylon chiuso con del nastro adesivo e poi trasportata in auto a Massa Marittima nel podere di cui la Pierini era stata proprietaria. Madre e figlio hanno cercato di scavare una buca con delle zappe acquistate alcuni giorni prima ma non riuscendo hanno portato il cadavere al primo piano dell’abitazione e da lì lo hanno gettato tra i rovi dove è stato trovato tre anni dopo. Prima però hanno tentato di sfigurarne il volto con l’acido.

Il movente del macabro delitto sarebbe legato alla pensione della donna. Il Tribunale aveva minacciato di nominare un amministratore di sostegno per la gestione del denaro della 63enne e così la figlia avrebbe organizzato il delitto denunciando la scomparsa. Per alcuni mesi la donna ha continuato a percepire la pensione della madre fino a quando è emerso che la Guidoni non aveva denunciato all’Inps la scomparsa della Pierini.

La messinscena della scomparsa ha retto per 3 anni, fino al crollo del figlio 22enne.
Maria Grazia Guidoni è stata arrestata mentre per il figlio che ha consentito di ricostruire la vicenda, al momento non sono state predisposte misure cautelari. Entrambi sono accusati di omicidio premeditato, distruzione di cadavere e di falsità per la denuncia di scomparsa.

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