Bettola, non solo incendio contro i profughi: stalking, botte e atti persecutori

24 Settembre 2018 10:50


Non solo un tentativo di incendio, ma veri e propri atti persecutori e di stalking alimentati da razzismo, porto abusivo di oggetti atti all’offesa o violazione di domicilio. Sono alcuni dei capi d’imputazione nei confronti del 28enne piacentino arrestato venerdì 21 settembre con l’accusa di aver incendiato a Bettola l’abitazione nella quale è ospitato un gruppo di profughi della Costa D’Avorio.

Le indagini sono partite dopo le denunce presentate dal Gruppo umana solidarietà che gestisce gli ospiti del centro di accoglienza. Minacce, intimidazioni e addirittura il tentativo, assieme ad altre due persone, di appiccare un incendio alla struttura. Il giovane si sarebbe introdotto nei locali con alcune taniche di benzina che poi avrebbe svuotato sullo zerbino, gesti per i quali dovrà rispondere di violazione di domicilio, porto abusivo di oggetti atti all’offesa, e di tentato incendio. Un tentativo non riuscito anche grazie al pronto intervento degli della casa che avevano estinto le fiamme. Nonostante questo, si aggiunge comunque l’accusa di danneggiamento, poiché le fiamme sono riuscite a distruggere l’ingresso della casa.

Oltre a tutto questo il 28enne, sempre secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe operato anche azioni di stalking e di atti persecutori nei confronti del gruppo di richiedenti asilo, accanendosi contro il citofono della casa in un caso. In un’altra occasione avrebbe lanciato un bicchiere in direzione di un profugo di passaggio, che venne poi preso a sprangate sulla testa, sulle braccia e sulle gambe dal 28enne: da qui l’accusa di lesioni.
Tutto questo con l’aggravante dell’odio razziale, che secondo la tesi della procura sarebbe stato il vero “motore” della furia del giovane contro i profughi.

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