La proposta di Scepi: “Monumento per l’emergenza Covid in viale Risorgimento”

19 Maggio 2020 05:00

L’ipotesi del progetto è pronta: un altorilievo emblematico alto una decina di metri, a due passi da piazza Cittadella. La proposta del luogo è chiara: sulla facciata del palazzo privato “Duchessa Margherita” di viale Risorgimento, sorto qualche anno fa sulle ceneri dell’ex scuola professionale dell’Enel accanto al liceo Gioia. Il “come” e il “quando” restano gli altri nodi da sciogliere.

Fatto sta che l’opera “Dal buio alla luce” di Franco Scepi, pensata in commemorazione dell’emergenza Coronavirus nel nostro territorio, non è più solo un bozzetto su carta. Ora l’artista piacentino d’adozione l’ha tradotta in un rendering dettagliato che vale come idea formale per realizzarla. Si tratterebbe di un monumento – il primo al mondo – costruito in memoria delle vittime del Covid, ma anche un simbolo di slancio economico e sociale per Piacenza. Scepi ritiene che la location migliore per dare vita al suo altorilievo “Dal buio alla luce” sia la parete esterna del palazzo privato tra viale Risorgimento e via della Ferma: l’ok definitivo, ovviamente, dovrebbe arrivare dai proprietari immobiliari della residenza “Duchessa Margherita”.

Il monumento nascerebbe da un input preciso, supportato dal segretariato permanente dei premi Nobel per la pace con sede a Piacenza: “Abbiamo intenzione – annuncia il vicepresidente dell’organizzazione Marzio Dallagiovanna – di candidare al prossimo premio Nobel per la pace tutti gli operatori sanitari che si sono impegnati giorno e notte per difendere il nostro Paese. L’altorilievo di Scepi, oltre ad essere appoggiato dal segretariato, sarebbe l’emblema di questa iniziativa. E il palazzo di viale Risorgimento, proprio all’ingresso della città, corrisponde al luogo più adatto per ospitare l’eventuale opera”.

Se l’ipotesi di Scepi andasse in porto, l’altorilievo in acciaio corten si staglierebbe sulla facciata principale rivestita di pietra vicentina: un incontro materico carico di significato, arricchito da giochi di ombre generati dal distanziamento delle sagome dal fondo. Alla base, sul marciapiede, ci sarebbe una pietra di granito appoggiata a un piedistallo: simbolo del pianeta martoriato dall’epidemia. In estrema sintesi, infatti, l’opera “Dal buio alla luce” rappresenta una serie di figure stilizzate che si slanciano verso la salvezza: salute, consapevolezza e buonsenso, un nuovo capitolo di vita dopo una pandemia destinata a segnare il mondo. Rispetto alla versione iniziale pubblicata sul nostro quotidiano, l’altorilievo non avrebbe uno sfondo colorato così da evitare un impatto troppo invasivo sull’edificio esistente. Diverse persone hanno già espresso apprezzamenti per l’idea del monumento di Scepi come icona del ruolo giocato da Piacenza nell’emergenza Covid.

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