Dopo il Covid carabiniere invalido al 100%. Il sindacato Nsc: “Sia vittima del dovere”

23 Agosto 2021 12:47

Il Nuovo sindacato carabinieri sta preparando una proposta da presentare al governo per la dichiarazione di “vittima del dovere”: il caso è quello di un carabiniere 52enne di una stazione piacentina che ha trascorso 57 giorni in Terapia intensiva, a causa del Covid nel marzo 2020, e ora si trova con un’invalidità civile al 100 percento.

Tutto iniziò il 14 marzo dello scorso con l’intervento a casa di un anziano che tre giorni dopo morì per le conseguenze del virus. Il carabiniere pochi giorni dopo si ammalò e rimase intubato oltre 50 giorni con gravi conseguenze e numerosi costi da sostenere per le cure e la riabilitazione.

Il Nuovo sindacato carabinieri ha fatto ottenere il riconoscimento della causa di servizio, evitando il rischio che venisse congedato. Ma chiede che per una situazione del genere ci sia la dichiarazione di “vittima del dovere” e sta sviluppando una proposta al governo per un’assicurazione obbligatoria per i carabinieri, “per garantire il costo per le prime cure e un indennizzo per quelle patologie non ascrivibili a categorie di invalidità, come avviene già garantito ad altri lavoratori italiani, eccetto noi”.

“Riteniamo che l’Arma – conclude il responsabile del comitato medicina legale e pensionistica Nsc Ciro Ingui – come datore di lavoro e controparte sui rimborsi alle vittime del servizio si venga a trovare in un duplice conflitto di interessi. Questo non è più tollerabile come non è tollerabile il ritardo sui riconoscimenti che attualmente prevedono dai 4 ai 5 anni di attesa”.

 

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