Tragedia del Trebbia, la prossima settimana l’autopsia sulle vittime

15 Gennaio 2022 01:05

E’ prevista per la prossima settimana l’autopsia sulle salme dei quattro ragazzi finiti con l’auto nelle gelide acque del Trebbia nella notte fra lunedì e martedì. L’autopsia, che sarà compiuta da due medici alla presenza dei periti di parte, appare quasi una formalità, dovrà stabilire le precise cause del decesso.

I quattro amici: Domenico Di Canio, William Pagani, Elisa Bricchi e Costantino Merli si erano incontrati nella serata di lunedì nei pressi dell’Unieuro. Avevano fatto serata al Bistrot A21 di via Primo Maggio per festeggiare il compleanno di William e lì sono rimasti fino alle 2 circa del mattino. All’uscita del locale hanno deciso di raggiungere l’argine del Trebbia per un ultimo giro, a bordo di una Golf di proprietà del padre di Costantino. Affrontando la nebbia hanno raggiunto il letto del fiume nella desolata zona della Malpaga. Non una luce, non un punto di riferimento, ma certo i ragazzi si sentivano al sicuro, perché in quel luogo vi erano stati tante altre volte, vi avevano costruito una baracca, giusto per fare un po’ di musica, che tanto amavano. Con la Golf sono scesi in quella strada poderale che ad un certo punto curva a gomito per costeggiare la riva del fiume.

Due sono stati i fattori che probabilmente hanno determinato la tragica fine dei quattro amici: la nebbia e la sponda del Trebbia che in quel punto non scende dolcemente, ma è ripida come una parete di oltre due metri. L’autista della Golf ha affrontato con prudenza la scoscesa strada poderale, la macchina ha arrancato lentamente, non solo per la nebbia, ma anche per le pessime condizioni del percorso. Probabilmente avvicinandosi al fiume la nebbia infidamente si è infittita fino a diventare spessa come un mare lattiginoso e chi guidava ha portato il veicolo dritto nel Trebbia senza neppure rendersi conto di quanto accadeva o forse la visione del fiume scintillante all’ultimo istante con un brusca sterzata, quando ormai le ruote stavano perdendo contatto con il terreno. L’auto precipitando dalla ripida sponda si è ribaltata. Il fatto che il veicolo fosse così vicino alla sponda al momento del ritrovamento testimonia che la Golf stava andando pianissimo prima di essere inghiottita dalle acque, la cui temperatura era di due gradi e mezzo al momento del ritrovamento del veicolo. Il mattino seguente l’avvistamento di un pescatore dell’auto semisommersa. I vigili del fuoco arrivando sul posto hanno pensato ad un mezzo forse rubato poi l’immersione e la triste scoperta.

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