“Le battaglie per i diritti sono di tutti”, la storia di Sofia, giovane attivista di Amnesty

09 Luglio 2023 06:00

“Portare sul nostro territorio battaglie universali a favore dei diritti, della libertà, della giustizia e della dignità”. Brillano gli occhi di Sofia Arbasi quando racconta lo spirito che muove il suo attivismo nel comitato provinciale di Amnesty International. Un’organizzazione conosciuta negli anni del liceo, un colpo di fulmine destinato a durare a lungo perchè “ho sentito da subito il bisogno di fare la mia parte”.

Sofia ha 20 anni, studia Sociologia alla Bicocca di Milano e da quando ne ha 15 è un’attivista di Amnesty International. “Avevo partecipato a un laboratorio organizzato da Amnesty nella mia scuola e avevo percepito sin da subito il senso di comunità capace di coinvolgere migliaia di persone in tutto il mondo unite da ideali comuni”. Terminato il laboratorio, Sofia ha quindi deciso di iscriversi al comitato provinciale dell’organizzazione fondata da Peter Benenson partecipando attivamente a progetti, iniziative, manifestazioni e incontri di sensibilizzazione con gli istituti scolastici e l’intera cittadinanza.

“Mi sono appassionata ad Amnesty grazie a degli attivisti che sono venuti a raccontarsi in classe, da un paio di anni visto che ho percepito in prima persona l’importanza di aprirsi agli altri e alle nuove generazioni sto facendo la stessa cosa – spiega Sofia -. Non nascondo l’emozione quando si intreccia una sorta di legame con gli studenti, colpiti da quello che facciamo. Una scintilla che poi un passo alla volta li porta a partecipare ad alcune iniziative e a entrare nella nostra grande comunità”.  La soddisfazione più grande in questi anni di attivismo? “Una delle battaglie di Amnesty nell’ultimo periodo è stata quella per richiedere la scarcerazione di Patrick Zaki – la risposta della giovane piacentina -, in questi mesi ci siamo sentiti tutti coinvolti perchè tutti noi potevamo essere nella sua situazione. Quando è arrivata la notizia della sua scarcerazione è stato un momento indimenticabile”.

Amnesty è un movimento che abbraccia culture e nazionalità differenti e non è scontato riuscire a portare certe tematiche a livello locale: “Le nostre sono gocce nel mare, ma abbiamo la consapevolezza della valenza di ogni nostro gesto che sia una firma su un foglio di carta, una marcia per chiedere lo stop alle guerre o un incontro con dei ragazzi a scuola per parlare di diritti. Insieme le nostre piccolo gocce nel mare acquisiscono un valore unico”. Come vedi la Sofia del futuro? “Non lo so ancora bene – le parole dell’attivista -, sicuramente entrare a far parte di Amnesty mi ha spinto nella scelta del percorso universitario e mi piacerebbe proseguire l’impegno nel mondo dell’attivismo e della solidarietà”.

Quest’anno il comitato piacentino di Amnesty celebra i 60 anni di servizio sul territorio. Grazie a sguardi come quello di Sofia risulta più facile pensare anche al futuro: “Le persone che subiscono violazioni inimmaginabili in giro per il mondo sono uguali a noi, hanno la nostra età e magari gli stessi sogni. Pensandola così è più semplice costruire una connessione che inevitabilmente ci porta a impegnarci a fare la nostra parte, per un mondo dove i diritti universali non siano più in dubbio”.

Da sinistra Sofia Arbasi con la referente di Amnesty Piacenza Lidia Gardella

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