“Per una giustizia riparativa”. Cresce la rete a favore della “messa alla prova”

19 Settembre 2023 13:35

Ogni anno, in provincia di Piacenza, le realtà associative aderenti al Centro servizi per il volontariato accolgono in media 150 persone alle quali, attraverso l’istituto della “messa alla prova”, viene accordata la sospensione del processo a fronte della partecipazione a lavori di pubblica utilità.

La “messa alla prova” è prevista solo nei procedimenti per reati puniti con pena pecuniaria oppure con una pena detentiva non superiore a quattro anni. In questi casi l’imputato può chiedere la sospensione del processo accettando di affrontare una prestazione di lavoro di pubblica utilità. Nel salone degli affreschi della curia, questa mattina, la vicepresidente di Csv Emilia Laura Bocciarelli e il vescovo Adriano Cevolotto hanno sottoscritto un documento con il quale promuovere e diffondere nel territorio un modello di giustizia che focalizza l’attenzione sull’aspetto riparativo, di ricocitura dello strappo provocato dal reato.

“Csv Emilia, dal 2014, è impegnato sul tema della giustizia di comunità, promuovendo e sostenendo il coinvolgimento della comunità locale, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello culturale – ha spiegato Bocciarelli -. Quello di oggi rappresenta un passo significativo rispetto al coinvolgimento della comunità; fra i diversi enti che in questi anni hanno collaborato con noi per accogliere le persone in messa alla prova, ci sono già circa venti parrocchie, che hanno dimostrato di essere delle realtà accoglienti e significative per le persone inserite”. Con la firma del protocollo, la Diocesi nel suo insieme sarà coinvolta integralmente.

“Noi tendiamo sempre a identificare la giustizia con la pena in termini punitivi – il commento del vescovo -, invece tramite questo progetto si promuove un’idea differente, basata sul rispetto della dignità trascendente dell’uomo. Si può infatti colmare l’atto commesso con opere di bene che possono contribuire ad aumentare il benessere di tutta la comunità”. “L’aspetto rieducativo è fondamentale – ha evidenziato Bocciarelli -. Grazie alla collaborazione delle realtà associative, delle cooperative e delle parrocchie diamo la possibilità di svolgere mansioni di piccola segreteria, attività di manutenzione, pulizia e iniziative educative, promuovendo una giustizia sociale connessa al bene comune”.

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