Lavoro, non è una provincia per donne: persi 3.000 posti, occupate meno del 60%

12 Aprile 2021 18:00

 

Il tessuto occupazionale piacentino ha retto molto meglio che altrove il tremendo urto della pandemia da Covid, ma continua a penalizzare pesantemente le donne. Lo rivelano, anche se in realtà si tratta di una conferma, i dati Istat sulle forze di lavoro nel 2020, elaborati dalla Provincia
IL REPORT SULL’OCCUPAZIONE A PIACENZA

OCCUPATI E DISOCCUPATI A PIACENZA E PROVINCIA
Il bilancio 2020 della nostra provincia vede 127.000 gli occupati nella media del 2020, in calo di duemila unità rispetto all’anno precedente: una variazione che, però, è la risultante di una contrazione della componente femminile (-3.000 unità) e di un aumento di quella maschile (+1.000).

Il tasso di occupazione si attesta, per la popolazione dai 15 ai 64 anni, al 68,8%, in riduzione rispetto alla media del 2019 di 1,1 punti percentuali. Per gli uomini cresce al 77,9%, ma diminuisce per le donne al 59,5% (-3,1 punti).
Nel 2020 le persone in cerca di occupazione sono risultate settemila, in calo di mille unità rispetto 2019.
Il tasso di disoccupazione provinciale, al 5,6% nel 2018 e al 5,7% nel 2019, scende nel
2020 portandosi al 5,5%. In questo contesto, migliora il tasso di disoccupazione maschile, dal 5,5% al 4,4% (-1,1 punti), mentre quello femminile sale dal 5,9 al 6,9 per cento (+1 %).
Le persone attive sul mercato del lavoro (134mila), infine, sono diminuite nel 2020 rispetto all’anno precedente di tremila unità, mille tra i maschi e 2mila tra le femmine. La partecipazione al mercato del lavoro, misurata dal tasso di attività, è pari quindi al 72,9%, 1,3 punti percentuali in meno a confronto col 2019.
Si osserva in particolare una crescita dell’inattività femminile, col tasso che passa dal 66,6% nel 2019 al 63,9% nel 2020 (-2,7 punti), mentre la partecipazione maschile risulta di fatto invariata (81,6%, -0,1 punti).

LA SITUAZIONE PER CLASSI DI ETA’
L’analisi dei dati del mercato del lavoro piacentino effettuata incrociando le diverse classi di età e il genere mostra come la leggera riduzione che si rileva nel tasso di disoccupazione complessivo (dal 5,7% nel 2019 al 5,5% nel 2020) dipenda, anche se con alcune distinzioni tra maschi e femmine, dai cali dell’indicatore che si registrano per le fasce di età più giovani (15-24 anni e 25-34 anni).
L’ipotesi, suffragata dalle tendenze generali nazionali, è che anche da noi, tra i più giovani, si sia passati più facilmente dalla ricerca del lavoro all’inattività.

All’interno della fascia 15-24 anni la disoccupazione diminuisce dal 23,3 al 22,5 per cento, e particolarmente per la componente maschile. L’indicatore in questo caso
arriva al 20% riducendosi di 4,1 punti percentuali, mentre il tasso di disoccupazione giovanile femminile al contrario aumenta, dal 21,8% al 28,4% (+6,4 punti).
Anche nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni il tasso di disoccupazione cala, dal 7,9% al 6,9%, e non solo tra i maschi (dall’8,4 al 7,3 per cento), ma anche tra le femmine (dal 7,2% al 6,2%). Un leggero aumento della disoccupazione si riscontra alla fine solo per la componente più adulta della forza lavoro (dai 35 anni in sù), dove il tasso, comunque a livelli estremamente bassi, sale dal 3,8% nel 2019 al 4,1 nel 2020, soprattutto a causa dell’incremento registrato dalla componente femminile.

Per quanto riguarda d’altra parte l’andamento del tasso di occupazione, l’impatto negativo della pandemia ha colpito anche in questo caso i più giovani, e in particolare le donne. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, nel 2020 questo indicatore si riduce di quasi 5 punti percentuali nel suo complesso, scendendo al 19,8%; ma mentre rimane invariato tra i maschi (28,1%), subisce un vero e proprio crollo tra le femmine, di quasi 10 punti (dal 20,7% all’11%).

PIACENZA E GLI ALTRI TERRITORI
Dal confronto con gli altri contesti (le province vicine, l’ambito regionale e nazionale) Piacenza evidenzia tutta una serie di indicatori che continua a posizionarsi – anche in questa congiuntura negativa – ai vertici per livelli di prestazione.
Il tasso di occupazione complessivo (68,8%), sebbene in calo di 1,1 punti, è il più elevato tra i territori con cui ci confrontiamo, allineato alla media regionale e superiore al dato nazionale di oltre 10 punti.
Il tasso di disoccupazione (5,5%) risulta inoltre, subito dopo quello della provincia di Pavia, il più contenuto tra quelli in osservazione, inferiore a quello medio emiliano-romagnolo (5,7%) e più basso di 3,7 punti rispetto a quello italiano (9,2%).
Ed anche il tasso di attività, in sofferenza per via dell’aumento generalizzato degli inattivi, rimane su livelli elevati (72,9%), segnando una flessione (-1,3 punti percentuali) inferiore a quella regionale e nazionale (-1,6 punti) nonché a quella registrata in contesti più vicini, come Cremona e Pavia dove il calo è stato di oltre 3 punti.

IL COMUNICATO DELLA PROVINCIA DI PIACENZA

IL SERVIZIO DI MICHELE RANCATI

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