Agenzia Ue: “Non ci sono prove che dimostrino che il glifosato è cancerogeno”

01 Giugno 2022 14:00

“L’erbicida glifosato non è cancerogeno”. Sono le conclusioni dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa).
“Sulla base di un’ampia revisione delle prove scientifiche, come cinque anni fa, Echa conclude ancora una volta che la classificazione del glifosato come cancerogeno non è giustificata”, scrive l’Agenzia.
La quale raccomanda di mantenere l’attuale classificazione di rischio della sostanza chimica: “Provoca gravi lesioni oculari ed è tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, ma non ci sono prove sufficienti per classificarlo come tossico per specifici organi bersaglio o come sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione”.
Il glifosato è stato al centro di furiose polemiche dal 2015 al 2017 dopo una monografia dello Iarc-Oms che lo indicava come potenzialmente cancerogeno. Da quella pubblicazione scaturirono anche cause milionarie negli Usa contro la Bayer, che nel frattempo aveva rilevato la Monsanto, casa produttrice dell’erbicida, tra i più usati in agricoltura.
Quella dell’Echa è la prima valutazione del rischio a livello Ue nel processo di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato. La licenza scade a fine anno, ma si va verso il prolungamento dell’attuale permesso, in attesa che l’altra agenzia Ue coinvolta, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), possa esaminare la grande quantità di contributi arrivati durante la consultazione pubblica.
A sua volta, “l’Efsa effettuerà la sua valutazione del rischio del glifosato, che dovrebbe essere pronta nel luglio 2023”, fa sapere l’Echa. Sulla base di questi dati, continua l’agenzia Ue, “la Commissione presenterà quindi agli Stati membri una nuova relazione e un progetto di regolamento sulla possibilità di rinnovare o meno l’approvazione del glifosato”.
La nuova valutazione dell’Echa stride con quella dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc), che nel 2015 ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. La classificazione, spiega lo Iarc, “si basava su prove limitate di cancro negli esseri umani e prove sufficienti di cancro negli animali da esperimento”.
LE VOCI CRITICHE
Tre organizzazioni non governative, la Health and Environment Alliance (Heal), l’European Environmental Bureau (Eeb) e ClientEarth, esprimono “seria preoccupazione” perché l’Agenzia europea per le sostanze chimiche “ha concluso che il principio attivo glifosato non soddisfa i criteri per essere etichettato come agente cancerogeno o genotossico”.
Le tre organizzazioni hanno partecipato al Comitato che ha stilato il parere sull’erbicida “come osservatori della società civile”, spiega una nota congiunta. “L’incapacità di classificare il glifosato come cancerogeno – prosegue la nota – suggerisce che le importanti argomentazioni presentate dagli esperti scientifici indipendenti non sono state considerate adeguatamente” e “indica gravi incoerenze nel modo in cui le agenzie dell’Ue esaminano le prove scientifiche disponibili, che possono portare alla commercializzazione di sostanze chimiche dannose”.

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