Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google consumano più di tutto il Portogallo

04 Giugno 2022 05:00

In un anno le cinque Big Tech Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google hanno consumato una quantità di energia pari a 49,7 milioni di megawattora (MWh), più elevata del Portogallo (48,4 milioni MWh) e della Grecia (46,2 milioni MWh), quasi come la Romania (50 milioni MWh). Dal 2018 al 2020 il consumo di energia dei cinque colossi americani quotati al Nasdaq è quasi triplicato, passando da 16,6 a 49,7 milioni MWh.
E’ quanto emerge dall’osservatorio Esg Karma Metrix, che ha analizzato i bilanci di sostenibilità delle Faang (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google), presentato dall’agenzia di digital marketing, AvantGrade.com, in vista della Giornata mondiale dell’Ambiente di domani, 5 giugno.
Dai report Esg degli ultimi tre anni emerge anche che le cinque aziende tecnologiche hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di Co2, più di tutta la Repubblica Ceca (92,1), con un aumento aggregato delle emissioni totali del 17% dal 2018 al 2020.
Tra le cinque aziende spiccano tuttavia “dei segnali positivi di riduzione della Co2 di Apple e Google, grazie al maggior peso delle fonti energetiche rinnovabili e alla ricerca attiva di efficienza energetica nei loro data center”.
Internet produce emissioni di Co2 sia per le modalità poco efficienti di realizzare siti web e app, sia per i combustibili fossili che alimentano i data center. Se il web fosse una nazione – secondo il Global Carbon Project – sarebbe la quarta più inquinante al mondo.
“Sulla sostenibilità digitale alcune Big Tech hanno capito che la salvezza del pianeta passa in primis dalla ricerca maniacale della massima efficienza tecnica e del risparmio energetico”, commenta Ale Agostini, ideatore di Karma Metrix, l’innovativo algoritmo che misura e migliora l’impatto ambientale dei siti Internet in termini di emissioni di Co2. “Piantare alberi è un gesto lodevole, ma non basta – aggiunge – ogni azienda che investe in digital deve intervenire alla radice con misurazioni e azioni che permettano di contenere le emissioni derivanti dal digitale”.
Analizzando più nel dettaglio le singole aziende, lo studio rileva che Apple è riuscita a risparmiare 14 milioni di tonnellate di Co2 nel 2021, oltre ad aver creato un “Recovery Fund” da 200 milioni di dollari da investire in progetti per il clima.
Google, nonostante abbia incrementato il consumo energetico, ha ridotto le emissioni “grazie a 3,3 miliardi di dollari di investimenti nelle energie rinnovabili tra 2010 e 2020”, accanto a una “efficienza estrema dei dati center”.
Amazon invece è l’azienda con la più forte crescita delle emissioni Co2, anche perché, “a differenza delle altre, ha una più forte componente logistica, oltre che informatica (Amazon Web Services)”.
Facebook “dichiara di aver raggiunto, nel 2020, il 100% di fonti di energia rinnovabile. Tuttavia ci sono i data center e il metaverso”, osserva lo studio, evidenziando quanto siano energivori i data center. E l’azienda di Zuckerberg ne ha due in pipeline, a Kuna (Usa) e in Spagna.
Quanto a Netflix, è quella con il peso più limitato ed è l’unica che non ha data center.

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