In Italia le pale girano lentamente: in un anno solo 0,4 nuovi Gigawatt

20 Giugno 2022 05:00

Per il momento resta leggero il vento che soffia sull’energia eolica italiana.
L’anno scorso nel nostro Paese sono stati installati solo 0,4 Gigawatt di nuova potenza. Una miseria, se paragonati ai 2,6 del Regno Unito o all’1,7 della Germania. Siamo alla pari della Grecia e abbiamo fatto peggio di tutti i grandi Stati europei.
Eppure nel 2021 le nuove installazioni sono aumentate del 150%: oltre 400 Megawatt contro i 160 del 2020, tornando quindi ai valori di crescita pre-pandemia.
Secondo il Rapporto sulle energie rinnovabili realizzato dall’Energy&Strategy della school of management del Politecnico di Milano, nel 2021 erano 76 gli impianti eolici installati in Italia: di questi, i 19 di potenza superiore a 1 MW cubano il 95% della nuova potenza (386 MW).
I dati della Wwea, l’Associazione mondiale dell’energia eolica, rivelano invece come il Regno Unito nel 2021 abbia aggiunto 2,6 GW di nuova potenza eolica (26,8 GW complessivi), la Svezia 2,2 GW (12,1 GW), la Turchia 1,8 GW (11,1 GW), la Germania 1,7 GW (64 GW), la Francia 1,1 GW (19 GW), la Danimarca 0,9 GW (7,1 GW), la Spagna 0,7 GW (28,1 GW). La Grecia ha installato tanta nuova potenza eolica quanto l’Italia, arrivando a 4,4 GW complessivi.
Nel nostro Paese ci vogliono 5 o 6 anni per avere l’autorizzazione per costruire una centrale eolica. Colpa di procedure autorizzative farraginose, di uffici pubblici inefficienti, di enti locali e comitati di cittadini che fanno opposizione.
Ma secondo l’Anev, l’associazione delle imprese del settore, la colpa è soprattutto delle Soprintendenze del ministero della Cultura, che bocciano sistematicamente gli impianti, con la motivazione che rovinano il paesaggio.
Il presidente dell’Anev, Simone Togni, è molto duro: “Oggi se molti impianti eolici non vengono realizzati è perché nonostante sia tutto in regola, arrivano dei “no” secchi e spesso immotivati da parte delle Soprintendenze alle autorizzazioni. Il governo, ostaggio di questi “no”, non solo non riesce a superarli, ma risponde con la vergognosa introduzione di norme a vantaggio delle fonti fossili”.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, di recente ha semplificato le procedure autorizzative, per renderle più rapide. “Ma se accorci i tempi dei pareri e poi le Soprintendenze non danno le autorizzazioni, non serve a niente”, commenta Togni. Per superare il veto è possibile far approvare direttamente il progetto dalla Presidenza del Consiglio. Sei impianti sono stati sbloccati così quest’anno. Ma secondo Anev “a Palazzo Chigi ci sono fermi altri 4-5 GW di nuova potenza”.

La Germania si prepara a spingere sulla produzione dell’energia eolica, con un piano che prevede la triplicazione delle grandi pale, che già costellano buona parte del paesaggio del nord del Paese. Il governo tedesco ha dato il via libera a un pacchetto che prevede un serio rafforzamento del settore: entro il 2026, l’1,4% del territorio federale dovrà essere disponibile per le pale, e entro il 2032 la quota dovrà salire al 2%, stando al piano.
In questi giorni è entrato in funzione il parco eolico di Erg a Les Bouchats, in Francia, nella regione Grand-Est, per un totale di 19,8 MW è in funzione. Il parco, composto da 9 turbine Vestas V 110 da 2,2 MW, è stato sviluppato e costruito internamente ed avrà una produzione complessiva a regime di circa 52 GWh annui, consentendo di evitare l’emissione di circa 25 mila tonnellate di CO2 ogni anno.

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