Ecco perché il tappo che non si stacca dalla bottiglietta
non è un errore ma una scelta

23 Giugno 2022 05:00

In molti lo avranno già notato, qualcuno si sarà anche rovesciato l’acqua addosso per provare a staccarlo.
Tutte le maggiori aziende produttrici di bevande si sono mosse per tempo e dalla Coca Cola fino al Tavernello, passando per la San Benedetto, si sono già adeguate alla Direttiva europea 904 del 2019 che prescrive che dal 2024 tutte le bevande, per essere commercializzate, debbano avere il tappo “legato” alla bottiglia per evitare che venga disperso nell’ambiente.
Nel Regno Unito, che non fa più parte dell’Unione europea, tutte le bottiglie di plastica di Coca Cola avranno presto la chiusura che rimane attaccata per un lembo, quello che in inglese viene chiamato tethered cap. In Italia, la Compagnia americana lo usa solo per una bevanda, ma i tappi attaccati si trovano già in alcune bottigliette d’acqua come quelle di San Benedetto, che li ha introdotti nel 2020. Anche Tetra Pack ha fatto sapere che sta lavorando alla stessa soluzione, introducendo in alcuni paesi europei nuovi tipi di tappi che non si disperdono nell’ambiente.
Il governo italiano ha recepito la direttiva europea con un decreto del 4 novembre scorso. “Il decreto di attuazione – ha spiegato il dipartimento per le Politiche europee – recepisce la cosiddetta Direttiva Sup (Single use plastics), volta a prevenire e ridurre l’impatto sull’ambiente di determinati prodotti in plastica e a promuovere una transizione verso un’economia circolare introducendo un insieme di misure specifiche, compreso un divieto a livello europeo sui prodotti in plastica monouso ogniqualvolta siano disponibili alternative. La direttiva, che si basa sul principio “chi inquina paga”, prevede una riduzione quantitativa ambiziosa e duratura del consumo di questi prodotti entro il 2026. In linea con la politica dell’Ue sui rifiuti, gli Stati membri sono tenuti a monitorare il consumo di prodotti in plastica monouso per i quali non esiste alternativa e le misure adottate, riferendo alla Commissione europea i progressi compiuti. Inoltre, devono garantire che siano messe in atto disposizioni sulla responsabilità estesa del produttore relativamente agli attrezzi da pesca contenenti plastica e devono monitorare e valutare gli attrezzi da pesca in plastica, in vista di definire obiettivi di raccolta a livello europeo. Alcuni prodotti in plastica monouso immessi sul mercato devono recare una marcatura chiaramente leggibile e indelebile sull’imballaggio o sul prodotto stesso”, conclude il dipartimento.

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