Lavatrici, frigo e apparecchi elettronici: la Ue il lancia diritto alla riparazione

23 Marzo 2023 05:00

Il diritto alla riparazione durante e oltre la durata della garanzia legale per mettere fine alla tendenza di sostituire i beni di consumo ogni volta che si guastano o si rivelano difettosi, aumentando gli sprechi e la quantità di rifiuti nelle discariche dei 27 Paesi membri Ue ogni anno.
Con la nuova proposta di direttiva per la promozione della riparazione dei prodotti al posto della sostituzione, la Commissione Europea ha deciso di prendere le redini della sostenibilità in materia tecnologica, sia spingendo sulla riparazione nei due anni di garanzia legale con opzioni “più facili ed economiche”, sia tutelando i consumatori “per qualsiasi difetto che possa verificarsi”.
Lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie per uso domestico, apparecchi di refrigerazione, display elettronici, apparecchiature di saldatura, aspirapolvere, server e archiviazione dati. Sono questi i beni di consumo su cui i produttori sono obbligati a intervenire “per 5-10 anni dall’acquisto”, in base alla tipologia del prodotto e ai requisiti di riparabilità secondo gli atti giuridici dell’Unione.
Smartphone, telefoni cordless e tablet “saranno presto inclusi in questo elenco, quando saranno adottati i rispettivi requisiti di riparabilità per la progettazione ecocompatibile”, precisa la Commissione Ue.
Non è stata modificata l’estensione della garanzia legale di 2 anni perché, come precisano funzionari Ue, “non ci avrebbe aiutati a raggiungere lo scopo preposto, cioè preferire la riparazione alla sostituzione”.
In ogni caso, nel primo arco temporale tutelato dopo l’acquisto, i venditori hanno l’obbligo di offrire sempre la possibilità di mettere mano al prodotto difettoso o usurato, “a meno che la riparazione non sia più costosa della sostituzione”.
Il discorso cambia una volta che scade la garanzia legale, quando venditori e produttori legalmente non avrebbero più vincoli nei confronti dei consumatori, per cui la Commissione Ue ha deciso di intervenire fornendo una serie di strumenti. Per i prodotti “tecnicamente riparabili” secondo i requisiti Ue, potrà essere richiesto l’intervento sia in caso di difetto sia in caso usura: “Ciò garantirà che i consumatori abbiano sempre qualcuno a cui rivolgersi quando decidono di riparare i loro prodotti”. Sarà anche sviluppato uno standard europeo di qualità di durata e disponibilità per i servizi di riparazione, agevolando l’identificazione di chi è impegnato a garantire “una qualità superiore”, sulla base di una lista aperta di aderenti a uno “standard minimo” comune. È previsto anche l’obbligo per i produttori di informare i consumatori sui prodotti che sono obbligati a riparare da soli e sarà istituita una piattaforma di abbinamento online per mettere in contatto tutti i livelli della catena di valore di prodotti ricondizionati, con la possibilità di effettuare ricerche per località e standard di qualità. E infine un modulo informativo europeo per le riparazioni, per rendere trasparenti le condizioni e i prezzi e per facilitare il confronto tra le offerte.
Tutte misure che contribuiranno agli obiettivi del Green Deal europeo e della neutralità climatica al 2050, perché “meno prodotti scartati significa meno rifiuti, meno materiali necessari per produrre nuovi beni e meno emissioni di gas serra nel processo di produzione e vendita”. Portato sul piano delle stime di risparmio, tutto questo dovrebbe significare “18,5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, 1,8 milioni di tonnellate di risorse e 3 milioni di tonnellate di rifiuti risparmiate nell’arco di 15 anni”. Ma è atteso anche un sostanziale impatto economico. Secondo la proposta della Commissione, il diritto alla riparazione dovrebbe portare risparmi pari a 15,6 miliardi di euro nei prossimi 15 anni per venditori e produttori, “poiché ripareranno i prodotti invece di sostituirli gratuitamente in base alla garanzia legale”. Per i consumatori questo dato dovrebbe raggiungere i “176,5 miliardi di euro”, mentre la crescita e gli investimenti nel settore delle riparazioni “aumenteranno di 4,8 miliardi di euro” nello stesso arco temporale.

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