Nasce la Plastisfera, ecosistema che “fiorisce” sulle microplastiche

16 Maggio 2023 05:00

È nata la Plastisfera, l’insieme degli ecosistemi ospitati nelle microplastiche e conseguenza di un inquinamento così diffuso da avere raggiunto le acque dolci dei Poli e dell’altopiano del Tibet.
Lo indica la ricerca condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche è pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment.
“Artide, Antartide, Altopiano del Tibet: abbiamo preso in considerazione tre ambienti molto distanti tra loro, ma accomunati dalla presenza di microplastiche nei laghi, nei fiumi, nei ghiacciai e nella neve, con ogni probabilità trasportate in queste zone dagli uccelli e dal vento, o accumulate in conseguenza di attività antropiche, come il turismo e le attività di ricerca svolte nelle basi”, osserva uno degli autori della ricerca, Maurizio Azzaro, dell’Istituto di Scienze polari del Cnr a Messina.
Questa forma di inquinamento sta diventando una minaccia globale, considerando che la produzione di plastica è aumentata da 1,5 milioni di tonnellate negli anni Cinquanta del secolo scorso ai 359 milioni di tonnellate nel 2018.
L’analisi indica in particolare il ruolo dei microrganismi in questi ambienti artificiali: “l’azione dei microbi può alterare la galleggiabilità e aumentare la tossicità dei polimeri plastici, ma allo stesso tempo ne accelera la degradazione, in virtù delle basse temperature. Pertanto – osserva Azzaro – l’impiego di microbi potrebbe costituire una potenziale strada ecosostenibile per mitigare l’inquinamento da microplastiche nelle aree fredde della Terra”. Lo studio condotto dall’Italia è il primo relativo alle acque dolci delle zone più fredde del pianeta, particolarmente sensibili al cambiamento climatico. “Il nostro lavoro ha messo in evidenza come anche i metalli pesanti (quali rame, piombo e nichel) tendano a legarsi alle microplastiche in acqua, rappresentando un ulteriore problema ambientale”, dice ancora il ricercatore. “Riteniamo – conclude – che in questo settore vadano incentivate ulteriori attività di ricerca e che il monitoraggio e il contrasto all’inquinamento da microplastica, soprattutto in zone così fragili a livello ambientale, debbano essere considerati tra le priorità dei decisori politici per il prossimo decennio”.

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