Israele e Usa danno danno
la spinta alla nuova era
del latte fatto senza mucche

28 Maggio 2023 05:00

Israele ha recentemente autorizzato una startup locale di food-tech, la Remilk, ad iniziare la produzione di latte coltivato. Fondata nel 2019, l’azienda ricava proteine di latte attraverso un processo di fermentazione a base di lievito che le rende “chimicamente identiche” (così sostiene) a quelle presenti nel latte e nei latticini di mucca. Secondo la startup il latte così prodotto è privo di lattosio, colesterolo, ormoni della crescita e antibiotici. Ciononostante, sostengono da Remilk, è “quasi uguale a quello vero”.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu – che nei giorni scorsi ha visitato lo stabilimento dell’azienda – ha detto che “il permesso alla produzione su larga scala è l’inizio di un balzo in avanti, è una pietra miliare in un’area in cui Israele è giĂ  un leader. Lo sviluppo di questa tecnologia – ha aggiunto – rafforzerĂ  l’economia di Israele, la sua sicurezza alimentare, aiuterĂ  ad affrontare i cambiamenti climatici e a sostenere il benessere degli animali”.
Israele non è però capofila: all’inizio dell’anno le autorità di Singapore avevano autorizzato la vendita di questo genere di latte. Inoltre, la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti ne ha già riconosciuto la sicurezza per il consumo alimentare.
Naturalmente, anche in questo caso, come per quello della carne coltivata, non mancano le polemiche, anche molto accese. Il governo italiano è assolutamente contrario all’introduzione dei cosiddetti cibi sintetici, sostenendo le battaglia di alcune associazioni di produttori.
Chi, invece, è favorevole punta su due aspetti. Il benessere degli animali e la riduzione dell’inquinamento. Non a caso, in inglese la definizione di questo prodotto è “milk cow free”, tradotto “latte senza mucca”.
Perché effettivamente il contributo dell’animale è minimo e solo iniziale. Remilk inizia isolando le cellule specifiche coinvolte nella produzione del latte, come quella della mammella delle mucche, attraverso un processo chiamato biopsia cellulare. Questo viene fatto in modo non invasivo, senza danneggiare o uccidere gli animali. Una volta isolate, le cellule vengono coltivate in un ambiente di coltura in vitro in laboratorio, facendole fermentare con l’aiuto di lieviti. Le proteine, identiche a quelle di origine animale, saranno poi combinate con vitamine, sali minerali, grassi e zuccheri per dare corpo a formaggi e latticini.
Già da qualche mese l’azienda israeliana ha avviato la realizzazione di un maxi-stabilimento in Danimarca, che servirà per coprire tutta Europa: il suo lavoro, una volta a regime, sarà paragonabile a una stalla con 50mila vacche.
Il latte sintetico sta attirando sempre più attenzione soprattutto investimenti. Quello più “famoso” è stato dell’attore Leonardo Di Caprio, che partecipa al capitale di Perfect Day, azienda che ha già ottenuto l’ok della Fda americana e collabora con il colosso Nestlè. Altre start up sono partite in Australia, Singapore e India, dove la tutela delle mucche ha una valenza ancora più speciale.

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