Cibo nello spazio: micro-ortaggi e stampa 3D sfameranno gli astronauti

24 Marzo 2024 05:00

Il binomio tecnologia e green stupisce ancora una volta. Sono in fase di progettazione delle serre che grazie all’utilizzo di micro-ortaggi e stampe 3D forniranno cibo fresco agli astronauti nelle missioni su Luna e Marte.
Grazie all’utilizzo di materiali riciclabili stampati in 3D, i nuovi sistemi per fornire cibo nello spazio puntano ad essere il più possibile autonomi e computerizzati, eliminando del tutto l’intervento degli astronauti.
Il progetto, che prevede l’uso di
ambienti ermetici per evitare contaminazioni dall’esterno, ha tra gli altri obiettivi quello di recuperare la massima quantità possibile di acqua e di riciclare tutti gli scarti vegetali per creare nuove risorse preziose.
A Rieti, la Ferrari Farm punta su una serra elettronica, mentre la startup genovese Space V progetta un bioreattore per riutilizzare acqua e residui vegetali digeribili da microalghe in modo da trasformarli in substrato per la coltivazione.
“L’azienda è impegnata in sperimentazioni sulla coltivazione di micro-ortaggi e patate, che potrebbero consentire di eliminare quasi del tutto il terreno artificiale”, spiega Giorgio Boschieri di Thales Alenia Space. “Per le patate vogliamo usare un sottile substrato di coltivazione stampato in 3D”, conclude.
Infine, c’è anche
Enea, che in Armenia sta sperimentando un orto ipertecnologico destinato a Marte per la missione Amadee-24 organizzata dall’Austrian Space Forum in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Armena.

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