Prezzo dell’energia a zero grazie alle fonti rinnovabili ma la bolletta non calerà

22 Aprile 2024 05:00

Il prezzo dell’elettricità può arrivare a zero, quanto meno nel mercato all’ingrosso. Di più, può andare in negativo. E le probabilità sono maggiori con le fonti rinnovabili.

Lo ha dimostrato la Spagna il primo aprile scorso, grazie all’incremento di produzione da eolico e idroelettrico, come hanno confermato i dati dell’Operatore del mercato iberico dell’energia (Omie).
Ma non è l’unico caso: in Europa il segno meno è già stato registrato in Germania, Austria e Scandinavia. Accade nei periodi dell’anno in cui la domanda di energia è più bassa, come la primavera, e nelle fasce orarie in cui il sole scalda e dà luce, come quelle centrali della giornata.

ELETTRICITÀ, PREZZO AZZERATO ANCHE IN ITALIA

Anche in Italia abbiamo avuto 4 o 5 ore consecutive di prezzo dell’energia sul mercato all’ingrosso pari a zero, soprattutto nelle ultime domeniche”, spiega il professor Filippo Bovera, docente di Sistemi elettrici per l’energia nella sede di Piacenza del Politecnico di Milano.
I prezzi vanno in negativo quando gli impianti di produzione sono mantenuti in funzione anche se la domanda cala: ad esempio, nei casi in cui fermarli e riavviarli in un secondo momento costerebbe di più.

Ma per le centrali rinnovabili c’è un ulteriore elemento da tenere in considerazione. A differenza di quanto accade per i combustibili fossili, i costi marginali dell’impianto sono praticamente inesistenti. In altre parole, mentre usare il gas naturale comporta una spesa d’acquisto, sole, vento o acqua sono gratuiti.

“Il territorio di Piacenza, ad esempio, così come il resto della Pianura Padana non si prestano a massicce installazioni di parchi eolici, in quanto aree poco ventose – aggiunge Bovera – mentre diverso è il discorso per il fotovoltaico, soprattutto quando è combinato a realtà produttive come le piccole e medie imprese, di cui l’Emilia è piena, o le coltivazioni nell’ambito dell’agrivoltaico”.

LE BOLLETTE NON CALERANNO

Ma se stiamo sognando un mondo dove non pagheremo più la bolletta della luce, meglio aprire gli occhi. In Spagna, non sono stati segnalati benefici rilevanti per i consumatori, specie per chi rientrava nel mercato libero. Al di là delle misure governative iberiche, che prevedono un aumento dell’Iva ogni volta che il prezzo generale dell’energia scende sotto i 45 euro al Mwh, vi sono ragioni comuni a tutti i Paesi, Italia compresa.

“Se il prezzo dell’energia fosse sempre pari a zero, nessuno avrebbe interesse a investire in impianti rinnovabili”, fa notare Bovera. “Serve piuttosto un contratto ripartito in modo diverso con il proprio fornitore, dove una parte del prezzo dipenderà dalle fluttuazioni del mercato del giorno prima (mgp), e un’altra parte verrà stabilita direttamente tra il fornitore e il produttore rinnovabile. Si avrà così un prezzo d’acquisto stabile e conveniente, che rimarrà invariato per diversi anni e non dipenderà dalle oscillazioni nel mercato all’ingrosso né da eventuali interessi geopolitici”, conclude il docente del Politecnico.

Continueremmo dunque a pagare la bolletta, anche se la maggior parte dell’elettricità consumata derivasse da fonti rinnovabili.
Terreno su cui l’Italia è, tra l’altro, ancora indietro come denuncia Legambiente nel report Scacco matto alle rinnovabili 2024: solo 5.677 MW di nuovi impianti installati lo scorso anno, a fronte dei 90 GW di cui avremmo bisogno entro il 2030.
E ben 1.376 progetti in lista d’attesa, bloccati dalla lentezza nel rilascio delle autorizzazioni e da altre lungaggini amministrative e burocratiche.

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