Bambina o truffatrice? La vera storia di Natalia Grace in una mini-serie televisiva
"Good American Family" è disponibile su Disney+ e Amazon Prime Video
Fabrizia Malgieri
18 aprile 2025|37 giorni fa

Natalia Grace: la sua storia nella mini-serie tv "Good American Family"© Libertà/Fabrizia Malgieri
Da qualche giorno è disponibile su Disney+ “Good American Family”, una nuova mini-serie televisiva che ripercorre la tragica storia vera di Natalia Grace, bambina ripudiata dai suoi genitori adottivi, convinti che la giovanissima, affetta da una rara forma di nanismo, fosse in realtà un’adulta e una truffatrice. Già raccontata in dettaglio nel documentario “Il curioso caso di Natalia Grace” (disponibile sull’app Discovery+ e su Amazon Prime Video), la vicenda di Natalia è balzata agli onori della cronaca nei primi anni Dieci del Duemila, generando reazioni divisive tra chi sostiene che la giovane sia davvero una bambina e chi, invece, sostiene la tesi della famiglia adottiva.

Ma procediamo con ordine: tutto inizia nel 2003, quando Natalia Grace viene alla luce a Mykolaïv, Ucrania; dopo che i medici le hanno diagnosticato una displasia spondiloepifisaria congenita (SEDc) - una rara condizione genetica che comporta bassa statura e anomalie scheletriche – la madre decide di rinunciare alla patria potestà e la neonata viene accolta in orfanotrofio. Qualche anno più tardi, all’età di circa sette anni, Natalia si trasferisce negli Stati Uniti, più precisamente in Indiana, dopo essere stata adottata dalla famiglia Barnett. I Barnett sono una famiglia piuttosto in vista e benvoluta in città: Kristine, in particolare, sta vivendo una certa popolarità a seguito della pubblicazione di un libro, “The Spark”, e viene invitata in tutti i salotti televisivi del Paese. E questo perché i Barnett sono diventati celebri grazie al loro primogenito, Jacob, un ragazzo autistico con un quoziente intellettivo altissimo, che - grazie all’aiuto della madre - si iscrive all’università a soli 10 anni. La famiglia, dunque, accoglie con amore la piccola Natalia, al punto che fanno insieme una vacanza a Disneyworld per rafforzare il loro legame e far sentire la bambina parte integrante del nucleo familiare. Ma questa serenità dura poco: in poco tempo, la convivenza diventa sempre più complessa, e questa a causa di comportamenti strani, talvolta persino violenti, adottati da Natalia soprattutto nei confronti di Jacob. Accanto a questi modi inaspettati, Kristine inizia a nutrire dei dubbi nei confronti dell’effettiva età anagrafica di Natalia: a insospettirla, infatti, è il fatto che la bambina, nonostante la sua età, avesse già peli pubici e ciclo mestruale, inducendola a credere che, in realtà, Natalia fosse un’adulta che si fingeva bambina. Ad alimentare i loro sospetti è anche la visione di “Orphan”, una pellicola horror del regista spagnolo Jaume Collet-Serra, che si ispira all’agghiacciante storia (vera) di una donna russa che si è finta bambina, Barbora Vitek, risalente al 2007. È così che i Barnett iniziano a far effettuare a Natalia diversi test genetici che, sebbene non diano risposte esaustive, secondo alcuni medici la bambina avrebbe in realtà il cranio e la dentizione di una persona adulta, portando così la famiglia a credere che la giovane avesse 22 anni - al punto che andarono all’ufficio anagrafe della loro città a modificare il certificato di nascita della bambina, spostandolo dal 2003 al 1989.

Ma ci sono diversi episodi che spingono i Barnett a credere che Natalia sia un’adulta e stia mettendo a repentaglio le vite dei membri della famiglia: secondo alcune dichiarazioni dei Barnett, la giovane avrebbe cercato prima di fare del male alla famiglia mettendo delle puntine in fondo alle scale; poi avrebbe provato ad avvelenare il caffè di Kristine, senza riuscirci; infine, avrebbe anche provato a uccidere la madre adottiva gettandola contro una recinzione elettrica. Nel 2011, Natalia viene così costretta ad andare a vivere da sola in un appartamento messo a disposizione dai Barnett, che provvedono a tutte le spese per sostenerla, ma interrompendo qualsiasi rapporto umano e familiare con lei - al punto che si trasferiscono in Canada pur di non avere contatti. Prima di abbandonarla, i Barnett dicono a Natalia di dire a chiunque chieda di lei di rispondere che «hai 22 anni e che hai cercato di uccidere la tua famiglia», come dichiarato da Natalia Grace pochi mesi fa ad un’intervista al magazine “People”. «Non capivo perché fossi sola. Sapevo solo di avere dentro di me questo istinto di spingermi oltre e sopravvivere”» racconta nell’intervista. Mentre vive da sola, Natalia incontra Cynthia Mans, la quale colpita dalla condizione di solitudine e precarietà a cui era ridotta la bambina, la invita a trasferirsi a casa sua, dove viveva insieme al marito, il pastore cristiano Antwon Mans, e altri dieci bambini, tutti adottati. Nel 2013 Natalia diventa membro della famiglia Mans a livello legale e insieme, dopo nuovi esami e analisi del Dna, riportano la sua data di nascita al 2003, smentendo le accuse dei Barrett. Ma i problemi di convivenza si fanno nuovamente sentire tanto che nel 2023, a dieci anni dall’avvenuta adozione, il rapporto tra Natalia e la famiglia è costretto ad incrinarsi. Il padre della giovane si accorge di alcuni messaggi tra Natalia e un uomo conosciuto sui social, spingendo il genitore a sequestrarle il telefono e a proibirle di contattarlo. Natalia decide così di scappare di casa a pochi giorni da Natale 2023 insieme al suo fidanzato, aiutata da una coppia di amici che in passato era intenzionata ad adottare Natalia. Da quel momento, la donna inizia finalmente a vivere la sua vita: studia per ottenere il diploma di scuola superiore, prende la patente, insegue il suo sogno di diventare maestra.
Ma cosa è accaduto ai Barnett, nel frattempo? La serie “Good American Family” racconta in 8 episodi (al momento della scrittura sono disponibili solo i primi 6) la storia e l’intero iter giudiziario che ha visto coinvolta la famiglia: raccontando la vicenda dai diversi punti di vista delle persone coinvolte, il serial - ideato da Katie Robbins - è interpretato da Ellen Pompeo (star di “Grey’s Anatomy”) e Mark Duplass (“The Morning Show”), rispettivamente nei panni di Kristine e Michael Barnett, e da Imogen Faith Reid (interprete di Natalia Grace). Dopo essere stati accusati nel 2013 dai procuratori della contea di Tippecanoe (Indiana), per abbandono di persona non autosufficiente e associazione a delinquere finalizzata all’abbandono di persona non autosufficiente, pochi anni fa entrambi i coniugi - oggi divorziati - sono stati dichiarati non colpevoli, nel 2022 Michael e nel 2023 anche Kristine.
Nel frattempo, seppur alla continua ricerca di una felicità mai davvero goduta, a Natalia viene diagnosticato un disturbo reattivo dell’attaccamento, oltre ad ansia, disturbo da deficit di attenzione e iperattività e disturbo da stress post-traumatico. Come ha raccontato nell’intervista rilasciata a “People”: «Una delle mie priorità è non fare promesse che non posso mantenere. Ho avuto troppe promesse che sono state infrante. Sono semplicemente pronta ad andare avanti». E chissà se ora Natalia potrà godere di quella serenità che merita dopo tanto dolore, o l’arrivo di questa nuova serie riaccenderà i riflettori sulla sua storia, insinuando nuovi dubbi sulla sua persona.