Leo sa solo vincere: dopo gli Europei arriva lo Scudetto
Il 27enne piacentino ha trascinato KC21 Sassuolo al trionfo nel torneo nazionale per cestisti con la sindrome di Down
Paolo Borella
|2 settimane fa

Campione d'Europa e ora bi-campione d'Italia. Pioggia di soddisfazioni ad altissimo livello nel basket C21 (atleti con sindrome di Down) per Leonardo Rossi, 27 anni, paladino dello Special Dream Team di Piacenza. Ovvero l'associazione che da anni si dedica allo sport per i disabili sul territorio piacentino - calcio, basket, atletica, nuoto e non solo - e di cui il padre di Leo, Stefano Rossi, e presidente. Stavolta, pero, la gioia scudettata e arrivata con la maglia del KC21 di Sassuolo, la squadra dedicata unicamente a cestisti con la sindrome di Down a cui Leo ha contribuito non poco nelle ultime due annate. Un trasferimento in
Campione d’Europa e ora bi-campione d’Italia.
Pioggia di soddisfazioni ad altissimo livello nel basket C21 (atleti con sindrome di Down) per Leonardo Rossi, 27 anni, paladino dello Special Dream Team di Piacenza, ovvero l’associazione che da anni si dedica allo sport per i disabili sul territorio piacentino (calcio, basket, atletica, nuoto e non solo) e di cui il padre di Leo, Stefano Rossi, è presidente.
Stavolta, però, la gioia scudettata è arrivata con la maglia del KC21 di Sassuolo, la squadra dedicata unicamente a cestisti con la sindrome di Down a cui Leo ha contribuito non poco nelle ultime due annate.
Un trasferimento in “prestito” che ha giovato molto al gruppo modenese, che domenica a Napoli si è confermato numero uno in Italia per il secondo anno consecutivo.
Pioggia di soddisfazioni ad altissimo livello nel basket C21 (atleti con sindrome di Down) per Leonardo Rossi, 27 anni, paladino dello Special Dream Team di Piacenza, ovvero l’associazione che da anni si dedica allo sport per i disabili sul territorio piacentino (calcio, basket, atletica, nuoto e non solo) e di cui il padre di Leo, Stefano Rossi, è presidente.
Stavolta, però, la gioia scudettata è arrivata con la maglia del KC21 di Sassuolo, la squadra dedicata unicamente a cestisti con la sindrome di Down a cui Leo ha contribuito non poco nelle ultime due annate.
Un trasferimento in “prestito” che ha giovato molto al gruppo modenese, che domenica a Napoli si è confermato numero uno in Italia per il secondo anno consecutivo.

Nel torneo dedicato alle otto realtà più accreditate del settore sul territorio nazionale, KC21 si è fatto strada restando imbattuto nella prima fase e qualificandosi senza problemi alle semifinali. Accesso all’ultimo atto possibile grazie al successo sugli Ostia Warriors, prima della rivincita della finale 2024 contro Anthropos, squadra di Civitanova Marche.
Un anno fa la vittoria degli uomini di coach Marcello Micheloni arrivò direttamente sul campo degli avversari, stavolta invece nuovo successo per 16-12 in campo neutro. Una doppietta forse inaspettata, ma resa possibile dalle prodezze sotto canestro di Leo. E no, non si fa per dire, dato che il piacentino ha segnato ben 10 dei 16 punti totali.
Qualche breve passaggio in panchina e per il resto tanti minuti in campo per dare il contributo decisivo nell’indirizzare la gara. Con tanto di piccole proteste all’indirizzo degli arbitri dopo i falli degli avversari, che cercavano di fermare Rossi in tutti i modi.
Nulla da fare, Leo è uno sportivo implacabile e il programma settimanale di allenamenti lo dimostra: calcio (come portiere), basket e atletica nelle vesti di velocista, il tutto fra un turno e l’altro del lavoro da cameriere in un ristorante di Piacenza.
Il secondo titolo italiano va a completare dodici mesi davvero incredibili per lui, considerato che nella scorsa estate erano arrivate le prime soddisfazioni in maglia azzurra, con la Nazionale sindrome di Down. Leo Rossi era stato protagonista anche con la squadra del commissario tecnico Giuliano Bufacchi sul campo di casa di Ferrara: doppia medaglia d’oro, nei campionati europei vinti con il dominio in finale sulla Turchia (48-8) e poi nel torneo Open, con i successi agevoli su Stati Uniti e Argentina.

