«Con Franco D'Aniello, Guinness e rivoluzione stasera a Bowlcast»

Mr. Bowl anticipa una puntata molto speciale, in onda alle 21 su Telelibertà, con il musicista dei Modena City Ramblers

Redazione Online
|1 mese fa
Franco D'Aniello in mezzo a Marcello Tassi e Danilo Di Trani
Franco D'Aniello in mezzo a Marcello Tassi e Danilo Di Trani
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Mr. Bowl, dov’è finito stavolta?
«Non posso dirlo, non sono mica un turista di provincia. Mi trovo in una località segreta insieme a Gabriele Micalizzi: avevo promesso di seguirlo nei fronti caldi, ma dopo un panino di scadenza 2018 con salsa non identificata e formiche caramellate… sto rivalutando le colline piacentine». 
Quindi? Getta la spugna?
«Io? Mai. Ma confesso che il richiamo dell’Ortrugo è forte. E anche del Gutturnio, quel nettare rosso che scende meglio di certe ideologie. Ho comunque tenuto d’occhio la puntata: sì, quella scritta – come sempre – da me, anche se quei due babbei (Di Trani e Tassi) tentano come sempre di addossarsi tutto il merito».
E cosa succede stavolta a Bowlcast?
«Succede che abbiamo avuto Franco D’Aniello, flautista e anima gentile dei Modena City Ramblers. Uno che ha osservato il mondo da dentro un fischietto di stagno e l’ha raccontato a ritmo di folk, Guinness e rivoluzione. Il suo tin whistle ha soffiato melodie in ogni piazza, corteo e pub da qui a Dublino». 
E dicono sia finito anche a Hollywood…
«Esatto. Franco D’Aniello ha suonato il flauto in Gangs of New York di Martin Scorsese. Lì, tra Leonardo Di Caprio e Daniel Day-Lewis, Franco intonava una jig che avrebbe commosso anche Bill the Butcher». 
Quindi una puntata musicale?
«Musicale, ma anche nostalgica e ironica. Si parla degli inizi dei Modena, delle notti nei pub, delle prove nei garage, delle tournée infinite. C’è vino, ironia, c’è tanta Emilia. E poi quel paradosso meraviglioso: i Modena City Ramblers, la colonna sonora intergenerazionale delle manifestazioni da trent’anni a questa parte». 
Ma non erano “solo” una band?
«Macché. Sono un movimento affettivo nazionale. I MCR sono l’unico gruppo che mette d’accordo anarchici e zii col camper. Le loro canzoni attraversano i decenni, i partiti e le crisi di mezza età». 
E politicamente, come si colloca Mr. Bowl?
«Io? Mi muovo tra il “Bucio de culo” di sinistra e lo “Sti cazzi” di destra, come Martellone di Boris. La verità è che non mi fido più di nessuno, tranne che di Franco D’Aniello: la sua musica profuma di utopia e lambrusco. Se mi avesse invitato a suonare, avrei accettato subito. Magari col kazoo, un po' alla Paolo Conte». 
Ha detto che vuole portare gioia e goliardia anche in Palestina?
«Sì e Franco approverebbe. Perché la musica, quella vera, unisce. E in questa puntata c’è proprio quello: un messaggio di pace, ma sempre con lo scodellino pieno in mano». 
Ci sono anche Di Trani e Tassi, immagino…
«Purtroppo sì. Li ho lasciati da soli cinque minuti e già si sono commossi come adolescenti a un concerto dei Modena City. Dicono di “sentirsi ancora parte di quella generazione” Ma Franco li ha fatti ridere e questo vale più di mille editoriali». 
Quindi l’appuntamento è per stasera?
«Esatto: stasera alle 21 su Telelibertà, canale 76, e poi su Liberta.it e su tutte le piattaforme audio. Non mancate, o vi mando un assolo di tin whistle a domicilio. E ricordate: anche in trincea o tra le note dei Modena, io vi giudico».