Mr. Bowl: «Seguo Micalizzi, spero di tornare sano e salvo»

Il format di Telelibertà torna questa sera alle 21 con il fotoreporter Gabriele Micalizzi, oltre al consueto scudlei carico di vino

Redazione Online
|1 mese fa
Micalizzi (al centro) insieme a Tassi e Di Trani
Micalizzi (al centro) insieme a Tassi e Di Trani
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Mr. Bowl, perché ha un caschino in testa?
Sono pronto per la mia missione. Ho deciso di partire per nuove avventure: documenterò le peggiori cronache dalle zone disastrate, le guerre, i fronti del disagio umano. Voglio raccontare le ferite del mondo. E quindi, ovvio, mi devo difendere.
Ma quello è un casco da monopattino!
Questo tono non mi piace. È solo provvisorio. Gabriele mi sta procurando tutta l’attrezzatura consona.
Gabriele chi?
Micalizzi! L’ultimo ospite di Bowlcast. Mi ha stregato. Le sue foto, i suoi racconti, la sua ironia: un uomo che ha visto l’inferno e riesce ancora a riderci sopra. Parliamo di un fotoreporter di guerra, mica di un influencer col treppiede. Tanta roba… Altro che quei due.
Ci risiamo: Di Trani e Tassi.
Non esageri, dice? Sono loro che mi esasperano. Fanno i giornalisti d’assalto ma non escono mai dal raccordo. Di Trani parla d’estero da dieci anni: Atene, Barcellona… ma di reportage, zero. In inglese sembra Renzi quando dice “Shiiish”. E Tassi? Innamorato dei Paesi Baschi, racconti infiniti, poi si rintana sulle colline piacentine circondato da salami e anolini. Patetico, ma tenero.
Torniamo a Micalizzi. Cosa l’ha colpita di più?
Tutto. Quando ha parlato della Siria avevo la pelle d’oca. Ha rischiato la vita, ma sa scherzarci sopra con un’autoironia che ti spiazza. Mi ha fatto venir voglia di accendermi una sigaretta in studio, ma poi ho pensato che avrei rischiato la carriera.
La sigaretta? Spieghi.
Meglio guardare la puntata. Micalizzi fa ridere e pensare. Racconta episodi esilaranti e momenti struggenti, come il riferimento a Andy Rocchelli, suo grande amico del Collettivo Cesura, ucciso in Ucraina. Non escludo di fare una puntata proprio lì, a Pianello. Magari d’estate. Ma senza Tassi e Di Trani, l’ho già detto a Gabriele: è d’accordo.
Il format continua o parte davvero?
Il programma va avanti, purtroppo. Quei due hanno convinto tutti i vertici: un golpe mediatico. Io però sto preparando la fuga. Quando Micalizzi ripartirà, mi porterà con sé. Farò da fixer: parlo molte lingue, so cavarmela. Bowlcast continuerà, magari con me che mando la scaletta da una trincea mediorientale, mentre loro si prendono, come sempre, tutto il merito.
E la nuova puntata?
Stasera, ore 21 su Telelibertà, canale 76. Poi su liberta.it e sulle piattaforme audio. Non perdetela: Gabriele Micalizzi è un personaggio potente, dentro e fuori l’obiettivo. Io preparo le valigie, il passaporto, il caschino e il giubbotto antiproiettile. Ah, ma vi piace il nuovo studio? Iheb Karoufi e Alessandra Colpo ci hanno lavorato un sacco: mattoni a vista, luci calde, atmosfera da loft newyorkese. Io ho dato solo qualche tocco da arredatore geniale, come sempre. E ricordate: anche a distanza, io vi giudico. Con competenza, charme, classe e carisma. La mia ceramica lucente affronterà pure la guerra, ma ogni scheggia aumenterà il mio fascino. Come dice Micalizzi, «le avventure da fotoreporter… beh, in fondo, ti fanno pure rimorchiare di più».