Canepari: "Racconto storie con i fotogrammi ma il mio cuore è qui"
Il regista piacentino - da "Vivere" a "CentoVetrine" fino a "il paradiso delle signore" - ospite di Nicoletta Bracchi ne "Lo Specchio di Piacenza"
Matteo Prati
|4 settimane fa

Andrea Canepari e Nicoletta Bracchi
Regista, autore e vignettista, Andrea Canepari è un creativo piacentino con la valigia sempre pronta. Da anni vive a cavallo tra Piacenza e Roma, dove firma la regia di alcune tra le più amate produzioni televisive italiane, da "Vivere" e "CentoVetrine" fino a "Il paradiso delle signore". Ospite di Nicoletta Bracchi nella trasmissione “Lo Specchio di Piacenza” su Telelibertà, il regista ha raccontato il suo presente professionale, la passione per il cinema e il legame con la sua città natale. «Ogni due settimane salgo sul treno — racconta sorridendo — la mia vita è un continuo su e giù tra Roma e Piacenza. Ma ogni volta che torno qui, sento che le radici sono ancora forti». Dopo la laurea in Design al Politecnico di Milano, la passione per il cinema è diventata presto una vocazione: «Ho sempre avuto il sogno di raccontare storie, e per me il modo più naturale è farlo attraverso i fotogrammi. Da bambino sognavo di fare il pilota di Formula 1, ho sempre avuto attrazione per i motori. Poi ho capito che il mio viaggio sarebbe stato un altro, ma con lo stesso desiderio di libertà». La svolta arriva con la formazione alla scuola “Fare Cinema” di Marco Bellocchio, una tappa decisiva: «Lavorare accanto a Bellocchio è stato un privilegio. Non solo per la lezione artistica, ma per quella umana. Mi ha insegnato che un film nasce dallo sguardo, dal coraggio di osservare e restituire la realtà senza filtri. Da allora ho sempre cercato di costruire una mia identità, anche nei progetti legati alla mia città». Il legame con Piacenza ritorna spesso nei suoi lavori, anche in quelli a sfondo sociale, come il documentario “Noi siam nati chissà quando chissà dove”, dedicato alla Resistenza piacentina: «Per me raccontare il reale è un dovere, non solo una scelta artistica. La memoria è una forma di impegno civile. Mi piace lavorare con le persone, capire le loro storie e intrecciarle con il territorio. È il modo più onesto per raccontare il mondo».
Dal set di Rai 1 alle radici emiliane: l’universo creativo di Andrea Canepari
Oggi Canepari si divide tra il set televisivo e i progetti più personali: «Sul set di una serie come “Il paradiso delle signore” la responsabilità è enorme: bisogna coordinare decine di persone, rispettare tempi strettissimi e mantenere viva la freschezza del racconto. Ma è proprio questa intensità a darmi energia. È una palestra continua di regia, organizzazione e sensibilità. Questa per me è la sesta stagione. È bello e gratificante sapere di far parte di un progetto che accompagna ogni giorno milioni di persone, diventando una piacevole abitudine quotidiana. La soddisfazione più grande è vedere quanto il pubblRacconto ico continui ad affezionarsi alle storie e ai personaggi. Impegnativo è mantenere sempre viva la trama del racconto: una serie così lunga richiede equilibrio e capacità di rinnovarsi senza perdere identità». Accanto al lavoro per il cinema e la tv, Andrea non ha mai abbandonato le sue passioni parallele: la musica e il disegno. «Disegnare vignette è il mio modo di guardare il mondo con leggerezza. L’ironia serve a sdrammatizzare, ma anche a dire la verità. Suono la chitarra, ho un gruppo con gli amici di sempre: la musica è la mia seconda forma di regia, perché anche lì devi ascoltare, armonizzare, trovare ritmo e silenzi». E sui giovani che si affacciano al mondo del cinema, Canepari ha un pensiero preciso: «Oggi i ragazzi sono tecnicamente preparatissimi, ma spesso manca una cultura cinematografica di base. Il mio consiglio è semplice: andate al cinema, guardate di tutto, anche quello che non vi piace. Solo così si impara davvero a raccontare». Il futuro lo vede impegnato in un nuovo progetto legato alla sua terra: «Sto lavorando alla scrittura di un film su un liutaio emiliano. È un racconto che parla di artigianato, suono e memoria, temi che mi appartengono molto. Sono felice del mio percorso — conclude — perché ogni giorno mi guardo allo specchio e vedo qualcuno che fa ciò che ama. E questo, in fondo, è già un piccolo successo». Le puntate de “Lo specchio di Piacenza”, sono disponibili on demand sul sito di Telelibertà.

