Nozze d'oro: niente regali, ma donazioni per la chiesa inagibile di Statto
Stefania Tagliaferri e Marco Simoni hanno deciso di fare un regalo al piccolo tempio
Cristian Brusamonti
|3 settimane fa

La coppia Stefania Tagliaferri e Marco Simoni, con gli amici alla chiesa di Statto - FOTO ZANGRANDI
Se nel 1975 il loro cuore batteva solo per l’emozione del grande giorno e per un futuro da costruire assieme, adesso batte anche per la chiesa di Statto: in occasione del cinquantesimo di matrimonio Stefania Tagliaferri e Marco Simoni hanno deciso di fare un regalo alla loro chiesetta preferita, tanto bella quanto purtroppo chiusa e danneggiata. Invece di regali, hanno chiesto agli invitati di contribuire al recupero dell’immobile, uno dei simboli del paesaggio della media Valtrebbia.
Marco e Stefania vivono a Statto ormai da più di vent’anni, dal 2003. E quella chiesa, come per il resto della comunità della zona, significa tanto. «Quando abbiamo deciso di festeggiare la nostra ricorrenza, abbiamo scelto di rinunciare ai regali» spiega Stefania. «A tutti i nostri amici presenti alla cerimonia abbiamo chiesto di fare una donazione per il recupero della chiesetta. Abbiamo raccolto una piccola cifra, poco rispetto a quello che servirebbe per sistemare l’edificio». Ma il gesto è tutt’altro che di poco conto e, soprattutto, non scontato. La coppia si è sposata nel 1975 a Piacenza, nella parrocchia di San Giuseppe Operaio, ma da anni i coniugi sono abitanti fissi della Valtrebbia: il loro cinquantesimo è stato celebrato al Santuario della Madonna del Castello, a Rivergaro; poi, tutti a pranzo a Croara. In quell’occasione, Marco e Stefania hanno raccolto le offerte che poi sono state distribuite a varie chiesette che la coppia tiene nel cuore, tra cui appunto quella di Statto.
Mentre tra la gente non manca la volontà di raccogliere fondi e risorse perché un giorno le porte della chiesa possano riaprirsi, al contrario sembra vigere un certo immobilismo da parte della Curia, proprietaria del bene. Proprio Stefania, in passato, si era data da fare per raccogliere fondi per riappendere il crocefisso crollato all’interno della chiesa; e l’estate scorsa gli sforzi dei fedeli erano stati tutti concentrati in una raccolta fondi per il ripristino della croce in ghisa tirata giù dalla furia del vento. Eppure, sembra che nulla di ciò si possa fare se prima non si consolida l’edificio. Così si continua a celebrare le messe all’aperto, sul sagrato, con un certo malumore tra chi vede mortificato ogni tentativo di raccolta fondi.
La chiesa dei tanti ricordi
«Sarebbe bello se qualcuno si prendesse finalmente a cuore questa chiesa, accettando di finanziarne il recupero un poco alla volta» aggiunge Tagliaferri. « Noi abbiamo fatto la nostra piccolissima parte. Piange il cuore a vedere crollare una chiesa così bella, sulla collina, davanti a un castello antico: sono scene che si possono vedere solo in tempo di guerra, non di pace. E tanta gente, la vediamo, sale alla chiesa per scattare lì le foto ricordo del proprio matrimonio o per fare una passeggiata romantica».

