Comitati, partiti e associazioni su Ptav: “Priorità tutela del suolo e ambiente”

06 Dicembre 2023 00:10

 

E’ prevista oggi pomeriggio nella sede della Provincia di Piacenza la presentazione del Piano territoriale di area vasta. In merito è arrivata una nota dai comitati: “Barabasca-Careco” di Fiorenzuola, “Regina” di Gossolengo, “Difendiamo l’ambiente e la salute a Caorso”, “Basta logistica-Piacenza vuole respirare” di Roncaglia; le associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra Piacenza, Friday For Future; le associazioni politiche locali: “Cambiamo Fiorenzuola”, “La Corte che Cambia”, “Sinistra per Fiorenzuola”, i Circoli del PD della Bassa Valdarda, Fiorenzuola, Caorso, Monticelli d’Ongina, Cortemaggiore-Besenzone-S.Pietro in Cerro-Villanova sull’Arda; le forze politiche provinciali: Sinistra Italiana, Europa Verde, Rifondazione Comunista, Azione, Alternativa per Piacenza.

 

“Il 5 dicembre è stato celebrata, come ogni anno dall’ONU, la giornata mondiale del suolo, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa risorsa fondamentale per l’agricoltura e per la produzione degli indispensabili e purtroppo ignorati servizi ecosistemici – si legge nella nota -. Oggi, 6 dicembre, i cittadini vengono chiamati per la prima volta, come previsto dalla legge, ad essere informati sul PTAV (Piano Territoriale di Area Vasta), fondamentale per delineare le strategie di sviluppo del territorio nei prossimi decenni, con riflessi economici, sociali e ambientali che riguardano tutti e, in particolare, le nuove generazioni.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una grande accelerazione del consumo di suolo; anche in Emilia Romagna, che pure si è da tempo dotata di una nuova Legge Regionale, le stime diffuse da ISPRA quantificano in 661 ettari l’incremento di consumo di suolo del 2021 di cui 103 nella sola Provincia di Piacenza. Una vera ecatombe di campi,
esasperata dallo straripamento della logistica, che deve far seriamente riflettere sulla vocazione che vogliamo dare al nostro territorio per il futuro e sulla effettiva convenienza delle scelte.
La cementificazione spinta, spezzettata in tanti poli disseminati sul territorio provinciale, il dilagare del cemento e del traffico pesante, l’aria sempre più irrespirabile preoccupano i cittadini; il sindacato denuncia forme di lavoro spesso precarie e situazioni di delocalizzazione che rischiano di aggravare la tenuta sociale del territorio, le associazioni di categoria – agricole e non solo – sono sempre più convinte della necessità di un cambio di rotta, senza che questo significhi frenare lo sviluppo, ma ricercarne la qualità.
La stesura di un Piano Territoriale che afferma, giustamente, nelle dichiarazioni di principio, la priorità della Tutela del Suolo e dell’Ambiente, non può, fra le righe del sistema di regole che si dà, lasciare varchi che consentiranno in futuro deroghe o scambi di “ diritti cementificatori”.
Per questo motivo i Comitati, le associazioni e le forze politiche che hanno espresso le proprie preoccupazioni in un appello rivolto al Presidente della Provincia e della Regione nella scorsa estate, chiedono le seguenti correzioni di traiettoria al PTAV, che saranno successivamente formalizzate anche in specifiche osservazioni.

1) NO al 3% differenziato, per evitare un inaccettabile mercato del suolo, “bene comune” troppo prezioso per divenire oggetto di contrattazione economica, così da permettere la valorizzazione dei servizi ecosistemici dei Comuni di montagna e di evitare un surplus di cemento in pianura; il limite del 3 % al consumo di suolo al
2050, come previsto dalla Legge Regionale, deve essere un tetto insuperabile per tutti.
2) MORATORIA delle previsioni logistiche fino a quando non sarà fatto uno studio indipendente sugli impatti e i benefici che questo settore – di cui nessuno ignora l’importanza – ha prodotto nel territorio piacentino, nell’ultimo quarto di secolo.
3) Gli eventuali sforamenti del 3%, consentiti dalla legge, dovranno essere finalizzati SOLO a progetti strategici sovracomunali e “manifatturieri” (ben specificato senza alcun fraintendimento).
4) I poli logistici esistenti devono essere dotati di uno specifico e diretto scalo ferroviario; le infrastrutture viarie, caselli autostradali, bretelle, tangenziali e altre infrastrutture, possono sicuramente mitigare l’impatto del traffico sui centri abitati, ma non riducono sostanzialmente l’inquinamento atmosferico e l’impatto sulla salute
dei cittadini.
5) Sospensione immediata della procedura per l’autorizzazione dell’insediamento logistico CA.RE.CO (240.000 mq. di fertile suolo agricolo), perchè non sarebbe credibile un Piano Territoriale che pone vincoli alla futura logistica ma contemporaneamente autorizza progetti che derogano ai vincoli stessi.
Il documento è aperto a cittadini, associazioni e forze politiche che vorranno sottoscriverlo anche successivamente.

 

 

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