I ragazzi al tempo del Coronavirus: “Ci mancano i contatti reali”

12 Marzo 2020 04:14

C’è una frase emblematica che circola sui social network: “Pensiamo a quando sarà tutto un ricordo, ma la normalità ci sembrerà un regalo inaspettato e bellissimo”. In queste ore tanti giovani piacentini l’hanno condivisa su Whatsapp, Facebook e Instagram: forse per la prima volta nella loro vita, infatti, i ragazzi e le ragazze della cosiddetta Generazione Z (quella dei nativi digitali) stanno facendo i conti con una larga fetta di “tempo morto” tra le mura domestiche, a causa dell’isolamento dovuto all’emergenza Coronavirus. Senza la libertà di una socializzazione reale, gli infiniti stimoli della rete, le svariate occasioni online, i videogiochi e la dimensione virtuale non bastano più? “In effetti mi manca il contatto con i compagni di classe, il divertimento e gli scherzi, così come andare a giocare a calcio al pomeriggio o fare un giro con gli amici – risponde Giacomo De Poli, studente del liceo Gioia di Piacenza -. Ma cerco di uscire il meno possibile, rimango in casa come indicato dalle autorità. Sto riscoprendo il piacere di stare con le mie sorelle: prima le vedevo quasi solo a cena. E poi questa allerta ci ha fatto comprendere davvero l’enorme potenziale della tecnologia, che spesso diamo per scontato. Si sta capendo la forza degli strumenti di cui disponiamo, per esempio per svolgere le lezioni virtuali o visionare i decreti governativi in tempo reale”. 

LE GIOVANI COPPIE IN VERSIONE VIRTUALE – “Nelle prossime settimane parlerò col mio fidanzato solo su Skype – dice Maria Rossi, 21 anni, studentessa universitaria – e vorrei installare un programma che ci consenta di guardare i film in remoto contemporaneamente, come se fossimo insieme… Bisogna trovare alcune attività da condividere a distanza, perché la lontananza si fa sentire”. La ragazza si è persino fatta una lista di buoni propositi per restare positiva in questo momento difficile: “Stare al passo con il materiale universitario, tenere in ordine la casa, svegliarsi prima delle otto, andare a letto prima di mezzanotte e non trascorrere troppo tempo sui social network”. Fra le altre cose, Maria vorrebbe approfittare di questo periodo per “sistemare l’armadio, pulire gli scaffali e scartare i vestiti e le scarpe che non uso”.

L’UNIVERSITÀ NON SI FERMA – Tra pochi giorni Sara Dadomo, 22 anni, sosterrà un esame universitario su Skype: “La facoltà di osteopatia alla quale sono iscritta si basa soprattutto su lezioni pratiche, quindi i professori non possono organizzare le spiegazioni in streaming. Ecco perché ci è stato comunicato che dovremo recuperare molte ore nel mese luglio, ricalibrando un po’ i nostri piani per le vacanze…”. 

LA GIORNATA TIPO – Anche Asia Bozzi, 15 anni, racconta la sua giornata tipo in tempo di Coronavirus: “Al mattino mi collego in videoconferenza con i miei insegnanti per continuare il programma scolastico e subito dopo faccio una videochiamata con le mie amiche per studiare o chiacchierare. Esco di casa soltanto per portare il cane a spasso e per fare la spesa. Alla sera guardo un film. Mi mancano gli allenamenti di danza e i pranzi in gruppo con le mie compagne di classe”.

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