Piacenza sopra la media nazionale per lavoro e formazione. Penalizzata da salute e ambiente

14 Dicembre 2020 15:05

 

Piacenza resta al di sopra della media nazionale per quanto riguarda il “Benessere Equo e Sostenibile”. Secondo i dati dell’edizione 2020 del BES, il nostro territorio spicca per formazione, lavoro, reddito, relazioni sociali, istituzioni e sicurezza. In chiaroscuro invece il confronto con le altre realtà emiliano-romagnole. E’ quanto emerge, in estrema sintesi, dal rapporto che l’amministrazione provinciale di Piacenza ha pubblicato sul suo sito all’interno dello spazio dedicato alla Statistica, andando così ad aggiornare i dati e gli indicatori dello scorso anno.

ENTI CHE PARTECIPANO- Il progetto BES, nato dalla collaborazione a livello nazionale tra gli uffici di statistica delle province italiane (riuniti nel CUSPI), l’UPI e l’ISTAT, in questa edizione registra un numero maggiore di adesioni rispetto al 2019, con la partecipazione di 31 enti, in dettaglio 24 province e 7 città metropolitane in 14 regioni, ma soprattutto vede la presenza di tutte le province (con la Città metropolitana di Bologna) dell’Emilia-Romagna, che diventa quindi la prima regione italiana ad avere un set completo a livello territoriale di informazioni sul BES.

INDICATORI – Il rapporto della provincia di Piacenza anche quest’anno mette a confronto una settantina di indicatori riferiti a 11 dimensioni (Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, oltre a Politica e istituzioni, Sicurezza, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi), cercando così di valutare il progresso della nostra società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale e ambientale, e guardando agli aspetti della disuguaglianza e della sostenibilità.

SITUAZIONE DI PIACENZA- Dal confronto con la realtà italiana la provincia di Piacenza evidenzia 6 dimensioni su 11 che si collocano ben al di sopra della media nazionale: si tratta di quelle riferite all’istruzione e formazione (in particolare con i buoni risultati relativi ai NEET e alla competenza alfabetica degli studenti), al lavoro ed alla conciliazione dei tempi di vita (qui invece con riguardo soprattutto all’incoraggiante andamento degli indici su occupazione, sulla partecipazione giovanile al lavoro e al tasso di disoccupazione da leggersi in termini decisamente positivi rispetto alla media), al benessere economico (specie con riferimento alla condizione reddituale delle famiglie, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati), alle relazioni sociali, a politica e istituzioni (dove emerge la buonissima performance dell’amministrazione provinciale in tema di prestazioni amministrativo/finanziarie) ed infine alla sicurezza.

Piacenza mostra però, sempre a confronto con la realtà nazionale, anche cinque dimensioni “sotto media”. Si tratta di Salute, Paesaggio e patrimonio culturale (in particolare negli indicatori riferiti alla densità di verde storico ed ai visitatori degli istituti d’arte), Ambiente (dove siamo penalizzati, come altre province, dalla cattiva qualità dell’aria), Innovazione, ricerca e creatività, Qualità dei servizi (con una buona prestazione per le interruzioni del servizio elettrico senza preavviso, ma con una penalizzazione per il sovraffollamento degli istituti di pena).

CONFRONTO CON LA REGIONE – In chiaroscuro, per il territorio piacentino, il confronto con la realtà emiliano-romagnola. Scendono infatti a due le tematiche BES a vantaggio di Piacenza, nello specifico quella della Sicurezza (dove gli indici sono migliori, in particolare per i delitti) e quella dell’Ambiente (dove facciamo meglio con riguardo al superamento dei valori limite di biossido di azoto e all’energia prodotta da fonti rinnovabili). Per le dimensioni sulle quali si registrano al contrario i divari più significativi occorre menzionare, ad esempio, in tema di salute, la speranza di vita alla nascita e il tasso standardizzato di tumore, in tema di relazioni sociali i permessi di soggiorno dati agli stranieri, in tema di politica e istituzioni la presenza delle donne a livello comunale, in tema di innovazione la propensione alla brevettazione. Particolarmente buoni (sopra media) rimangono infine anche nel confronto regionale gli indicatori riferiti alla capacità finanziaria dell’amministrazione provinciale, il livello di competenza alfabetica degli studenti e la diffusione delle istituzioni non profit.

 

 

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