Volti nuovi in consiglio, i ritratti di Barbara Mazza e Boris Infantino

16 Luglio 2022 05:39

Barbara Mazza e Boris Infantino

BARBARA MAZZA

Ha due passioni: la legge e il tennis (con una lieve apertura al padel, ma solo per amore). Barbara Mazza, 56 anni, si divide tra la cattedra e la racchetta. E da lunedì pomeriggio, tra pochi giorni, alla sua agenda si aggiungerà anche l’impegno di palazzo Mercanti. L’avvocata è infatti uno dei volti nuovi nel consiglio comunale di Piacenza, pronta all’esordio nell’aula tra le fila della minoranza, con la lista civica dell’ex sindaco Patrizia Barbieri. Apparentemente criptica, l’esponente di centrodestra ci svela passioni e curiosità della sua vita privata. Eccone il ritratto.

Mazza, sposata con due figli (Luca e Tommaso, 24 e 18 anni), ama andare a teatro, leggere libri (il suo titolo preferito è Jane Eyre di Charlotte Bronte), viaggiare e, soprattutto, giocare a tennis. Un hobby, quest’ultimo, che racconta con lo sguardo entusiasta: “Preferisco la terra battuta – dice Mazza – cerco di scendere in campo almeno due volte alla settimana, e in estate intensifico le ore soprattutto nel weekend. Il mio rovescio tecnicamente sbagliato, in realtà, è il colpo più efficace…”.
Un idolo tennistico? “Senza riserve, rispondo Roger “the King”. Vedere la sua classe innata è sempre un’emozione. Federer è spettacolo e armonia allo stato puro”. Ma l’avvocata-tennista non nasconde di essersi arresa anche al padel: “Devo giocarci per amore… Mio marito si è convertito totalmente al padel, quindi mi tocca. Ma preferisco il tennis tutta la vita”. Dall’anno scorso, tra l’altro, “«sono entrata nel mondo dello sport come vicepresidente dell’associazione sportiva canottieri Vittorino da Feltre, a cui sono iscritta dal 2001”.

Capitolo professionale. Mazza è un’avvocata in particolare nel settore del diritto civile: “Esercito la libera professione in proprio dal 1998, sono una docente di discipline giuridiche abilitata dal 1 settembre del 1993, ad oggi nell’istituto superiore Romagnosi dove mi sono diplomata. Amo entrambe le attività”. La passione per il diritto è nata proprio sui banchi di scuola: “Il mio professore di diritto era Fabrizio Lucchini, persona meravigliosa oltreché grande e fine avvocato. Per il resto trovo ancora e sempre affascinante pensare che solo l’uomo ha la libertà di controllare almeno in parte il proprio destino dandosi delle regole. Così come non smette di appassionarmi la continua ricerca di un punto di equilibrio tra forma e sostanza”.
Un esercizio che, forse, sarà utile anche nell’opposizione di palazzo Mercanti.
Per Mazza la politica è qualcosa cui è abituata, dal momento che suo padre Carlo è stato a lungo in consiglio comunale a Piacenza (prima con la casacca del Psdi poi, dalla discesa in campo nel 1994 di Silvio Berlusconi, nelle fila di Forza Italia e del Pdl, fino all’esperienza civica di “Oltre i partiti”, sempre nella coalizione di centrodestra), diventandone il presidente dal 1994 al 2002. “Nutro affetto, stima e riconoscenza per i valori che mi ha trasmesso mio papà, in primo luogo attraverso l’esempio”. Da lui, Barbara Mazza ha ricevuto un suggerimento: “I capisaldi in consiglio devono essere preparazione e ascolto. Quali consigli gli ho già chiesto? Lo farò al bisogno”.

 


BORIS INFANTINO

Sia pure con le debite proporzioni, anche i nomi di persona hanno le loro porte girevoli. Per un Boris che esce – il Johnson da poco dimessosi da primo ministro del Regno Unito – ce n’è uno che entra nel consiglio comunale di Piacenza, luogo meno altisonante di sicuro, ma pur sempre arena della nostra politica.

L’avvocato del lavoro Boris Infantino – “quel nome lo ha scelto mia mamma che leggeva “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak quando mi aveva in grembo” spiega l’interessato – ha 42 anni, è stato eletto in consiglio con Piacenza Coraggiosa a sostegno di Katia Tarasconi, ed è sposato con Chiara. Questa, per lui, è un’estate di esami a tutto tondo. “Mia figlia Sara ha appena sostenuto quello di maturità, mentre Elisa, la più piccola, quello di terza media”. Il padre invece ha sostenuto l’esame elettorale, superato con 144 preferenze.

A 19 anni Infantino ha percorso la schiena dell’Italia. Nato a Siracusa, terminata la scuola ha vinto una borsa di studio e si è trasferito a Piacenza nell’ottobre del 1999, per laurearsi all’Università Cattolica in Giurisprudenza. “«Mi sono inserito subito – racconta – sono rimasto conquistato dal dinamismo e dalle opportunità di lavoro che ci sono qui. Ricordo che, a Piacenza da pochi giorni, la notte di capodanno del Duemila invece di fare ritorno a Siracusa dalla mia famiglia sono rimasto a lavorare come cameriere in una festa al Castello di Rezzanello». «Ho scontentato tutti – aggiunge sorridendo – ma pagavano un botto”.

A Piacenza ha proseguito nel coltivare le sue passioni, la più importante delle quali gli provoca la “sbornia” degli abissi. “Da anni faccio il subacqueo” dice Infantino, attività con la quale accoglie la sfida di un ambiente inusuale – “un mondo rovesciato, alternativo a quello terreste” – e il silenzio. “Nessuno ti parla, una cosa bellissima”.

Si immerge a Portofino, ma anche all’estero. E spiega: “Non tutti lo sanno, ma il sub conosce bene il cosiddetto “effetto Spritz” o “Legge del Martini”: ogni dieci metri di profondità è come se si bevesse uno Spritz o un Martini a stomaco vuoto a causa dei gas respirati, l’effetto narcortizzante è assicurato, compensato però dall’adrenalina”.
Uno dei suoi parchi marini preferiti è a Siracusa. In quella città, dove fa ritorno più volte all’anno, vive tutta la sua famiglia. L’avvocato che perde la vista su codici e leggi estrae un guizzo poetico per descrivere il rapporto con la sua città natale: “Rappresenta per me l’arcadia dell’infanzia perduta” dice. Poi aggiunge: “Con Siracusa resto sempre in contatto”.

A Piacenza, invece, aveva già provato l’avventura politica candidandosi a sostegno di Paolo Dosi – “ma solo per completare la lista” specifica – mentre ora si è messo in gioco totalmente. “Sono sempre stato di sinistra, ma in questa occasione ho colto l’opportunità di un cambio di prospettiva, di fare qualcosa di positivo dal di dentro. C’è un margine di azione, come dimostra la giunta appena nominata, il campo progressista ha una voce in capitolo: se ci fossimo arroccati sulle posizioni di ApP non sarebbe stato lo stesso”.
Nel conteggio dei voti si è accorto che ha avuto poco appeal sul bacino più anziano degli elettori – “inevitabile arrivando da lontano” commenta – ma si è accorto anche della fiducia che gli ha espresso chi ha conosciuto sul lavoro, dove spesso, afferma, si occupa di questioni inerenti la logistica.
Ma con la nuova avventura politica ha già messo il cuore in pace: “Dovrò diradare un po’ il numero delle immersioni”.

 

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