Ciclofficine, spazi custoditi e piste più che raddoppiate: ecco il “biciplan” del Comune

13 Aprile 2023 19:30

L’obiettivo è ambizioso: portare la rete delle piste ciclabili in città dagli attuali 86,5 a 230 chilometri nell’arco dei prossimi dieci anni. In altre parole, più che raddoppiare le corsie destinate alle due ruote. A prevederlo è il Biciplan, il piano strategico per la mobilità ciclistica redatto dalla società privata Trt (la stessa incaricata di elaborare il Pums) che è approdato oggi in commissione consiliare a palazzo Mercanti, al termine della fase dedicata alle osservazioni o controdeduzioni di cittadini e associazioni. Già a partire dalla precedente amministrazione Barbieri, infatti, il Comune di Piacenza ha avviato un percorso di revisione e aggiornamento dei propri strumenti di pianificazione, assegnando alla ciclabilità un ruolo primario negli spostamenti urbani. Quantomeno sulla carta.

In sintesi, il Biciplan – adottato dall’ex giunta Barbieri – scatta anzitutto una fotografia del contesto odierno: le piste esistenti si estendono per 86,5 chilometri, di cui 60,6 chilometri in spazi condivisi con i pedoni. Il piano prevede che quasi 12 chilometri di piste promiscue diventino percorsi ben protetti in sede stradale. Il documento evidenzia inoltre la necessità di sistemare la segnaletica in corrispondenza di sottopassi e ponti per circa 1,7 chilometri di corsie. E si delinea un ampliamento della rete ciclabile e degli itinerari verde fino a 230 chilometri entro il 2033, per un costo complessivo delle opere che viene stimato in oltre 26 milioni di euro.

“È una direzione strategica importante per l’ente pubblico – spiega l’assessore alla mobilità sostenibile Adriana Fantini – perché ci sono porzioni di piste ciclabili inadeguate e poco fruibili. Adesso c’è tanto lavoro da fare”. Il Biciplan rimarca proprio le criticità attuali nelle piste ciclabili, come “la presenza di frequenti discontinuità dei percorsi che causano fenomeni di insicurezza”. In termini di incidenti, il piano individua le strade più pericolose: in cima alla classifica ci sono la tangenziale sud, via Emilia Pavese, strada Farnesiana, via Emilia Parmense, via Manfredi, viale Dante e via Colombo. Ma quanto è utilizzata la bici a Piacenza? “Soddisfa la domanda di mobilità per il 22% degli spostamenti per lavoro e il 24% di quelli per studio” si legge nel documento.

Non mancano le proposte per nuove infrastrutture: aree di posteggio attrezzate per la ciclabilità, una “velostazione” nell’attuale deposito di biciclette a servizio degli utenti della linea ferroviaria a piazzale Marconi (con ciclofficina, infopoint e noleggio), l’incremento degli spazi di sosta, l’introduzione dell’obbligo di prevedere cicloposteggi nelle nuove costruzioni, nonché l’idea di promuovere un bando di gara per la predisposizione e la gestione di parcheggi custoditi per biciclette all’interno del centro storico “così da soddisfare le necessità dei fruitori – recita il Biciplan – che lamentano l’assenza di depositi controllati e annesse ciclofficine in grado di garantire sia la sosta che piccole riparazioni dei propri mezzi”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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