L’emigrazione piacentina attraverso il cibo: online la mostra “La pasta in valigia”

04 Maggio 2024 04:22

È disponibile gratuitamente sul sito MigrerLa pasta in valigia“, un affascinante percorso storico-gastronomico sulla rotta dell’emigrazione piacentina con il racconto dei gestori di trattorie, grossisti, commercianti e titolari di negozi di quartiere che – attraverso il cibo e a tutto ciò che gli ruota intorno – fornirono alle famiglie immigrate una fondamentale presenza attorno alla quale cresceva la vita sociale della comunità.

il progetto “la pasta in valigia”

L’obiettivo del progetto, presentato alla biblioteca Passerini Landi di Piacenza, è stato quello di ricostruire l’importante ruolo svolto dagli emigrati del territorio emiliano-romagnolo (in particolare piacentino) nella “diffusione” del cibo, della cultura e delle pratiche alimentari regionali all’estero. L’abilità nella trasformazione del cibo e il ricordo di ricette di famiglia davano la possibilità a chi era partito di mettere a frutto i saperi e le conoscenze della propria terra e a chi non era mai stato nel nostro paese – le generazioni successive – di poter fare, anche a tavola, “esperienza” dell’Italia. 

le storie raccontate nella mostra

Tramite ricerche documentaristiche è stato ricomposto un quadro complessivo dal quale emergono, anzitutto, figure come quella di Pablo Guglieri, che nel 1902 fondò la cittadina di Daireaux, in Argentina. Oppure quella di Francesco Secchi de Casali, promotore del primo giornale dedicato agli emigrati italiani, ma anche fondatore della colonia agricola di Vineland, nel New Jersy. E poi storie più recenti come quelle di Piero Bellini e Gianni Oddi che, da San Michele di Morfasso, portarono la loro abilità in cucina a Londra e a New York. E poi ancora la tavola degli scaldini, l’esperienza del giornalista Enio Concarotti a Caracas, le vicende della famiglia di Giovanni Bragoli e quella di Piero Cavaciuti. Spazio anche ad una storia di coraggio al femminile, quello che percorre le vicende di Angela Malvicini di Maio che, dalla sua Monte Osero di Bettola, appena diciottenne, raggiunse nel 1948 il Galles.

le ricette preferite da giuseppe verdi

Oltre alle storie della vecchia e nuova emigrazione, sono presentati ricettari, studi, cartoline e quattro interessanti video che raccontano questo straordinario legame tra gli emigrati e la terra di origine. Su tutti, quello di un sorprendente Giuseppe Verdi.
“Il grande maestro – ha spiegato Ilaria Dioli, ricercatrice dell’Università Cattolica ed esperta della storia dell’emigrazione – era profondamente legato alla sua terra d’origine e di conseguenza alle sue ricette. Quelle che preferiva? Il ‘riso alla Verdi’ e la spalla cotta”.

il panino imbottito che conquistÒ l’inghilterra

Un’altra “chicca” l’ha fornita il piacentino Diego Zancani, docente di Lingue medievali e moderne e professore emerito all’Università di Oxford. “Furono gli italiani – ha spiegato – e in particolare emiliano-romagnoli, a far scoprire il panino imbottito agli inglesi. Prima di loro in Gran Bretagna esisteva il sandwich, inventato nel ‘700. Furono invece i nostri conterranei a far conoscere e apprezzare il panino come lo intendiamo oggi, naturalmente imbottito con i nostri buonissimi salumi”.

il caffÈ arriva in galles

In seguito ad approfondite ricerche, Zancani ha inoltre compiuto un’altra interessantissima scoperta. “In Galles del sud – ha proseguito – il Caffè, inteso come locale, venne introdotto dagli emigrati emiliano-romagnoli. Un concetto ben diverso dal pub e che si adattava benissimo alla realtà sociale del luogo. Un locale, aperto fino a tardi, che dava rifugio ai tanti italiani che lavoravano nelle miniere e che contribuiva a farli sentire un po’ più vicini a casa”. L’iniziativa “La pasta in valigia”, realizzata dalla Passerini Landi con il contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, ha visto la collaborazione di diverse associazioni.

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