Un'Italia "pacifica": a lezione di neutralità da Bruno Scapini

Partecipata conferenza dell'ex diplomatico che ha fondato il comitato Italia Neutrale

Fabio Bianchi
|2 settimane fa
Un'Italia "pacifica": a lezione di neutralità da Bruno Scapini
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Le riflessioni politiche indicano maturità civile, rafforzano società e istituzioni. Come dimostrato da “Neutralità dell’Italia. La chiave per la coesistenza pacifica”, conferenza tenuta all’auditorium S. Ilario di Piacenza da Bruno Scapini. Nato nel 1949 a Roma, diplomatico e ambasciatore fra 1975 e 2014, oggi è opinionista, editorialista nonché autore di romanzi di geopolitica. La tappa piacentina di Scapini è stata organizzata dalla sezione locale di Democrazia sovrana e popolare (Dsp), progetto politico iniziato nel 2022 ed è stata moderata da Marcello Tassi, giornalista di Libertà e Telelibertà.
Parlare di neutralità oggi per l’Italia potrebbe sembrare una contraddizione nel clima mondiale della - più o meno latente - odierna belligeranza, ma Scapini ha convinto il numeroso pubblico in sala che la neutralità non è un’utopia, tutt’altro. Infatti il “Comitato Italia Neutrale” da lui fondato prevede un “ripudio della guerracome da Articolo 11 della nostra Costituzione. L’Italia assumerebbe così uno status di «neutralità permanente, attiva, costituzionalmente garantita e riconosciuta dal Diritto internazionale, il fine ultimo è ridare ai cittadini la capacità di decidere e di scegliere in nome della libera determinazione, presupposto di ogni democrazia».
In generale Scapini ha fornito un quadro assai puntuale del “sistema Italia” e di certe sue contraddizioni strutturali, per esempio alleanze e coalizioni politiche momentanee, non dimenticando i reali problemi quotidiani, fra i quali la sanità e la scuola. «Bisogna evitare la “politica-mercato” dei politici asserviti ai diktat di Bruxelles e di Washington, bisogna puntare sulla coesistenza pacifica e sulla solidarietà».
Interessanti alcuni suoi passaggi: «La neutralità non significa solo accettare limitazioni di sovranità in condizioni di parità, ma garantire che l’adesione a un’organizzazione internazionale non comprometta i diritti e i principi della nostra Costituzione. Inoltre, gli organismi sovranazionali non devono poter prendere decisioni che incidano sulla vita del Paese senza il coinvolgimento diretto del popolo».
Alla fine, Scapini ha anche fornito dati e consigli pratici: «L’iniziativa prevede un periodo di 6 mesi per la raccolta firme (50mila previste dalla Costituzione), ma non basta perché l’obiettivo strategico è che la gestione della neutralità debba diventare un tema di dibattito nazionale, dev’essere perciò recepito dal Parlamento in tutta la sua importanza e rilevanza, come frutto del popolo italiano. Non solo banchetti ma anche la formula digitale, il mio comitato prevede infatti che ci possa essere il collegamento, all’apertura della raccolta, con una piattaforma del ministero per la sottoscrizione digitale».
“Neutralità dell’Italia. La chiave per la coesistenza pacifica”: riflessione matura dunque, impegnata, forse anche controcorrente, ma nell’interesse sia dell’individuo sia della collettività.