Volontario a Bergamo: “La preoccupazione aiuta a non abbassare la guardia”
13 Aprile 2020 03:23
Terremoti, alluvioni, incendi boschivi. Sono tanti i fronti sui quali operano i volontari dell’emergenza, molti di loro si trovano per la prima volta a far fronte a una crisi sanitaria. Davide Rindone, referente provinciale per il gruppo Aib (antincendio boschivo) dell’Unità di Protezione civile degli alpini di Piacenza, per otto giorni è stato impegnato come volontario a supporto del nuovo ospedale creato dagli alpini a Bergamo, area flagellata dal Coronavirus.
Rindone, insieme ai colleghi volontari era inserito nell’area Alto Rischio, da una cabina di regia monitorava gli spazi sorvegliati da telecamere per segnalare eventuali incendi e intervenire subito a supporto dei vigili del fuoco. I volontari dell’Aib sono impegnati anche nel monitoraggio dell’atterraggio degli elicotteri con a bordo i pazienti pronti a intervenire in caso di necessità.
Le squadre sono formate da tre volontari e i turni sono di otto ore al giorno. Il resto del tempo viene trascorso al campo con i colleghi, nel rispetto del distanziamento sociale e ognuno è munito di dispositivi di protezione personale.
“E’ la prima volta che intervengo su un’emergenza sanitaria – racconta Davide Rindone – noi siamo collocati nell’area verde e non abbiamo accesso ai corridoi dell’ospedale. La preoccupazione comunque c’è ma è fondamentale per non abbassare la guardia perché anche noi sappiamo che possiamo essere contaminati, quindi tutto viene svolto in massima sicurezza”. Rindone durante l’emergenza Covid 19 ha continuato a lavorare per un’azienda chimico farmaceutica che non si è mai fermata e nei giorni di riposo è sempre stato impegnato come volontario. “Anche questa settimana nei giorni liberi dal lavoro tornerò a Bergamo” ha concluso.
A raggiungerlo nei prossimi giorni saranno anche altri volontari della Sezione alpini di Piacenza.
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