I tassisti: “Fatturato a picco”. Mascherine e spray a bordo per la Fase 2

14 Maggio 2020 03:32

Ormai le corse quotidiane si contano sulle dita di una mano: “Vedo due o tre, al massimo quattro clienti al giorno. Il fatturato è andato giù a picco”. La crisi da Coronavirus ha messo il freno ai taxi piacentini. Letteralmente. “Si lavoro poco, il settore sta attraversando una pessima situazione”, dice uno storico guidatore in attesa di qualche passeggero nel parcheggio di piazza Cavalli. La fase due dell’emergenza sanitaria ha portato solo una lieve – se non impercettibile – boccata d’ossigeno al comparto: “Certo, adesso la gente esce di casa un po’ più spesso. Ma il clima è cambiato, non sarà facile rialzarsi”.

Nel frattempo i tassisti si sono attrezzati in attesa di tempi migliori: l’altro giorno una piacentina a bordo del numero 12 ha fotografato un pannello di plexiglass installato fra il conducente e i sedili posteriori. “E’ un’ottima idea. Era un mezzo pulito e attento alle misure igieniche – racconta la cittadina – al termine della corsa l’abitacolo è stato sanificato immediatamente. Mi sono sentita al sicuro”.

Quella singola cliente è stata però una goccia nell’oceano: i passeggeri, infatti, sono sempre meno. La dimensione della crisi economica la dà il tassista Stefano Marazzola: “Nei mesi di marzo e aprile gli incassi sono crollati del 90 percento. Anche adesso, purtroppo, il giro si è ristretto parecchio”. Marazzola è pronto a svolgere il proprio mestiere in sicurezza con guanti, mascherine (di cui cinquanta fornite dal Comune) e uno spray disinfettante da applicare su volante, portiere e sedili. Lo stesso discorso vale per Giuseppe Bolzoni: “Ho acquistato tutti i prodotti per igienizzare l’auto. La mia famiglia gestisce un’impresa di taxi dal 1934, ma questo è il periodo più brutto in assoluto. Qualche settimana fa ho trasportato un negoziante disperato: si è messo a piangere, mi ha detto che non sa come uscirne. Le istituzioni sono assenti, anche per la nostra categoria”.

I tassisti sono allo stremo. E sul metodo di organizzazione nella fase due ci sono visioni discordanti: “Ho preferito non installare una lastra di plexiglass a bordo – dice Patrizio Passilongo – perché la ritengo pericolosa in caso di frenate brusche. A fine corsa disinfetto immediatamente l’abitacolo”.

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