“Vogliamo lavorare, adesso basta”: commercianti ed esercenti in piazza

31 Marzo 2021 14:11

“E’ facile per chi ha lo stipendio sicuro dire agli altri di stare a casa”  e “Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere” sono i messaggi che si leggono sugli striscioni portati in piazza dai manifestanti per dire stop alle chiusure e denunciare l’arrivo di aiuti irrisori dal governo, oltre al Pinocchio in legno che sorregge un cartello con scritto “Basta bugie, vogliamo lavorare”.

Commercianti, esercenti, partite Iva sono scesi in piazza stamattina, 31 marzo, chiamati a raccolta dal presidente provinciale della Fipe Cristian Lertora, per far sentire la propria voce dopo mesi di restrizioni a causa del Covid. Provvedimenti per arginare i contagi, ma che hanno messo in ginocchio centinaia di attività, solo nel Piacentino.

“Apriamo! Questa manifestazione è pacifica ma la prossima non sarà così, siamo stanchi” – gridano dalla piazza.

Mancati incassi e soprattutto “ristori” giudicati insufficienti stanno massacrando intere categorie. Per questo motivo i diretti interessati si sono dati appuntamento in piazza Cavalli. E’ stato anche preparato un documento destinato al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri. Cristian Lertora spiega: “C’è una filiera intera in crisi, fornitori, agenti di commercio, produttori di vino, è una manifestazione senza bandiera. Chiediamo alla Barbieri plateatici gratuiti fino a fine anno con possibilità di ampliamento, cancellazione della prima rata della Tari, la possibilità di far accedere in ztl nella pausa pranzo accollandoci il costo del permesso giornaliero, più controlli e rispetto delle regole”. I titolari di ristoranti presenti alla manifestazione rimarcano la stanchezza e la rabbia del periodo: “Su 89 giorni, nel 2021 siamo stati aperti 19 giorni, sfidiamo qualunque lavoratore serio a dire che, in queste condizioni, riuscirebbe a mantenere la propria famiglia e la propria attività. Noi chiediamo solo di riaprire con le regole e tutte le norme igieniche di sicurezza che abbiamo rispettato anche nel 2020″. Non mancavano i titolari delle palestre :”Siamo chiusi da un anno, la misura è colma. Riceveremo aiuti ridicoli, chiediamo di poter riaprire in sicurezza”. Nella stessa condizioni sono estetisti e parrucchieri: “Abbiamo operato rispettando le regole, queste nuove chiusure non sono più accettabili”.

 

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