Aggressione sanitari, Cgil: “Serve nuovo modello, chiesto tavolo con Ausl”

16 Maggio 2022 13:26

 

 

 

“Il fenomeno delle aggressioni ai danni del personale sanitario ha raggiunto livelli intollerabili e non può essere affrontato solo con l’aumento della presenza delle forze dell’ordine nelle strutture sanitarie.” Così si esprimono Melissa Toscani, Segretaria Generale FP CGIL di Piacenza e Guglielmo Lanza della Segreteria Nazionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari in riferimento al grave episodio di violenza nei confronti di diversi operatori del Pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza, nel pomeriggio di sabato 14 maggio. “Il problema – scrivono-  deve essere affrontato in maniera sistemica dalle aziende e dalle istituzioni, agendo sui determinanti sociali ed organizzativi che lo provocano. I fattori di rischio sono numerosi, dall’aumento di disagio diffuso nella popolazione anche dovuto all’abuso di alcol e droga, al ridotto numero di personale che spesso si traduce, durante i momenti di maggiore attività, nella presenza di un solo operatore a contatto con il paziente, alle conseguenti lunghe attese nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche, con possibilità di favorire nei pazienti e negli accompagnatori uno stato di frustrazione per l’impossibilità di ottenere subito le prestazioni richieste”.

Secondo i dati riportati nel comunicato dei sindacati “negli ultimi cinque anni sono stati quasi 11mila i casi di aggressione accertati dall’Inail, in Italia. Si tratta di una media di oltre 2mila casi l’anno. Al primo posto della classifica dei luoghi maggiormente colpiti dalla violenza troviamo i Pronto soccorso, ma le aggressioni e gli atti di violenza non risparmiano i reparti di degenza, gli ambulatori, gli sportelli. Esiste comunque una difficoltà a reperire dati completi perché spesso le denunce avvengono solo nel momento in cui l’aggressione genera un infortunio. Più spesso, infatti, in caso di aggressioni verbali il lavoratore rinuncia erroneamente alla denuncia”.

“Aggressioni, burn out, stress lavoro correlato” – continuano i rappresentanti sindacali – “sono fenomeni che rappresentano le facce della stessa medaglia e che richiedono un forte salto culturale ed organizzativo per essere affrontati in maniera compiuta. È necessario incrementare la formazione specifica di tutto il personale nel riconoscimento e controllo dei comportamenti ostili e aggressivi, ma è altrettanto fondamentale – auspicando la realizzazione di un nuovo modello di sanità che vada finalmente verso la piena presa in carico delle persone – mettere in atto sin da subito strategie che permettano di mediare situazioni particolarmente esplosive, anche impiegando lavoratori adeguatamente formati individuati ad esempio tra coloro che per colpa di limitazioni fisiche personali sono difficilmente ricollocabili nell’assistenza diretta. È per questo – concludono Toscani e Lanza – che chiederemo con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto permanente con l’Azienda USL su queste tematiche.”

 

LE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE REGIONALE DONINI – “Un altro inaccettabile e ingiustificabile atto di violenza nei confronti degli operatori sanitari, a cui dovrebbe andare solo gratitudine e riconoscenza. Esprimo profonda solidarietà a tutta l’Azienda sanitaria di Piacenza per la vergognosa aggressione subita”.

Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, sull’aggressione avvenuta nel pomeriggio di sabato 14 maggio al Pronto soccorso dell’ospedale piacentino.

“Ho chiamato la Direzione dell’Ausl e il responsabile del Pronto soccorso, ribadendo come sia al tempo stesso sconcertante e intollerabile che professionisti impegnati 24 ore al giorno al servizio del prossimo e che dovrebbero essere solo ringraziati, siano invece esposti a offese, intimidazioni e aggressioni. A loro- aggiunge Donini- e a tutti gli operatori e i professionisti del nostro servizio sanitario ho espresso la gratitudine e la vicinanza della comunità regionale”.

Nel frattempo, l’Azienda Usl ha da subito coinvolto il Risk manager e il Servizio di Prevenzione e protezione per un’analisi approfondita delle circostanze e per la valutazione dei provvedimenti più opportuni da intraprendere.

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