Medici d’emergenza in città. Al primo soccorso di Bobbio arrivano quelli di famiglia

30 Settembre 2022 02:52

Il medico di emergenza territoriale, specializzato nelle urgenze e a stretto contatto con il 118, non sarà con ogni probabilità più al punto di primo intervento di Bobbio a partire dal 7 ottobre. Ma a garantire l’apertura del presidio potrebbero arrivare per la prima volta i medici di medicina generale dell’Alta Valtrebbia.

Quel che è certo è che ieri ci sono state due riunioni sul caso e che i “medici di famiglia” sono stati contattati dall’Ausl per provare a coprire i turni, così come si punterebbe a coinvolgere anche guardie mediche e i cinque camici bianchi oggi in ospedale nello staff del servizio d’urgenza.

I sette medici di emergenza territoriale in forze all’azienda sanitaria, oggetto di accordo regionale il primo agosto, saranno sostanzialmente centralizzati per sostenere il pronto soccorso di Piacenza.

La direzione strategica dell’Ausl intanto garantisce: “Viene confermata l’attività del Punto di primo intervento. Non sarà interrotta. Forniremo i dettagli dell’applicazione del nuovo accordo regionale sul nostro territorio”.

Anche per il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali comunque “non cambia niente”, dice uscito dall’incontro con l’Ausl. “Ci sono riorganizzazioni in corso, ma un medico sarà sempre al punto di primo intervento. Sarà presente un’automedica a disposizione delle urgenze. Purtroppo la carenza di medici ovunque resta evidente e critica”.

Il 4 ottobre la nuova direttrice generale dell’Ausl Paola Bardasi visiterà la struttura e incontrerà il personale.

Le preoccupazioni si sono intanto sparse rapidamente in valle. Spiegano dal Comitato Terme Valtrebbia: “Si mettono a nudo debolezze da noi già denunciate”.

“Sull’ospedale di Bobbio, purtroppo, le abbiamo sentite tutte”, dicono il consigliere regionale Matteo Rancan e quello comunale Federico Bonini, entrambi in quota Lega. “La sanità deve essere il più territoriale possibile e l’ospedale di Bobbio ne rappresenta un esempio importante. Ecco perché presenteremo un’interpellanza alla giunta Bonaccini”.

Il servizio di Elisa Malacalza oggi su Libertà

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