Ictus, 450 nuovi casi ogni anno. Appello dei medici: “Il tempo è cervello”

30 Marzo 2023 22:00

Non si stancano di ripeterlo i medici dell’ospedale, i volontari dell’associazione Alice, i fisioterapisti. “Il tempo è cervello” e soprattutto permette di salvarlo se viene colpito da ictus e ischemie. A Piacenza i casi ogni anno sono circa 450: lo sottolinea la neurologa Donata Guidetti durante la puntata di “Star bene” condotta dalla giornalista Marzia Foletti, andata in onda su Telelibertà: “Il fatto è che se si riesce a ripristinare il circolo in tempo breve si può salvare tutta la parte del cervello rimasta senza ossigeno – spiega – se si arriva molto presto a intervenire le probabilità di salvare gran parte di tessuto cerebrale aumentano”.

Alla professoressa dell’università di Parma Nicoletta Ronda invece il compito di prendere in esame le cause di formazione delle placche nelle arterie: “Sono accumuli di grassi e cellule dell’infiammazione nello spessore della parete arteriosa e possono essere dovute a fattori diversi – dichiara – a cominciare da sostanze che danneggiano lo strato dell’arteria come il fumo, certi zuccheri, il colesterolo cattivo. Ma anche un’infezione batterica o la pressione arteriosa sono fattori di rischio”. Ronda parla anche dell’aterosclerosi ed è l’oncologo e presidente nazionale di Cipomo Luigi Cavanna a sottolineare “la correlazione fra questa malattia delle arterie e l’incidenza di tumori”.

“Sicuramente il primo passo è il riconoscimento dell’ictus che in alcuni casi è abbastanza semplice e in altri meno – ammette il responsabile del pronto soccorso di Piacenza Andrea Vercelli – intervenire precocemente significa far recuperare al paziente delle gravi invalidità”.

Presenti alla trasmissione anche la caposala di Neurologia Lara Lombardelli, la fisioterapista Lorena Gandini che hanno evidenziato “le conseguenze dell’ictus con l’impotenza del fare e il disorientamento” e la presidente di Alice Anna Maria Barbieri: è lei a sottolineare che “l’associazione mira a far prevenzione, facendo capire alle persone di non sottovalutare eventuali sintomi, ma anche ad aiutare i malati e le famiglie”.

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