Leroy Merlin, l’azienda conferma la chiusura a Castel San Giovanni

24 Novembre 2023 16:21

Su Leroy Merlin l’accordo si allontana. Il tavolo convocato oggi tra le parti sindacali (S.I. Cobas, Usb e Fit Cisl) e il colosso del fai da te, che il 26 ottobre ha annunciato di voler lasciare il magazzino di Castel San Giovanni, ha prodotto un nulla di fatto. A quanto si è appreso Leroy Merlin ha ribadito le precedenti condizioni e cioè ricollocare solo 80 lavoratori nel sito di Mantova, con condizioni che però i sindacati giudicano peggiorative. Il risultato è uno stallo con code polemiche. “Nonostante il confronto sindacale sia stato avviato anche in Prefettura – fa sapere Leroy Merlin – una delle tre parti sindacali (S.I. Cobas, ndc) ha continuato a promuovere scioperi che arrecano disagi e danni ai clienti, ai fornitori e ai lavoratori”. Ma il Si Cobas, che ha promosso gli scioperi, non ci sta: “Lo sciopero – risponde a stretto giro Mohamed Arafat (S.I. Cobas) – è l’unico strumento che questi lavoratori hanno per tutelare il posto di lavoro. Leroy Merlin non ha cambiato la sua intenzione già annunciata il 26 ottobre che è quella di chiudere. Se i lavoratori non scioperassero il loro piano si sarebbe già attuato”.

IL COMUNICATO DI LEROY MERLIN – “Nel corso di un nuovo incontro che si è svolto questa mattina presso il deposito di Castel San Giovanni (PC), Leroy Merlin ha riconfermato il già comunicato recesso dal contratto di fornitura con Iron Log e la conseguente chiusura del deposito di Castel San Giovanni, che impiega oggi circa 350 lavoratori diretti della società Iron Log, e non 500 come dichiarato in precedenza dalle stesse parti sociali”. E’ quanto scrive l’azienda in una nota.

“La società ha preso atto della chiara indisponibilità di alcune parti sociali ad avviare un serio percorso finalizzato alla risoluzione della situazione occupazionale di questo deposito – prosegue il comunicato -. La volontà di recedere dal contratto era stata annunciata il 26 ottobre scorso in linea con la strategia del Gruppo e al fine di garantire gli standard qualitativi della rete logistica attesi dal mercato e dai clienti, e porre rimedio alle gravi inefficienze costate all’azienda oltre 24 milioni di euro, solo negli ultimi 3 anni.
Nonostante il confronto sindacale sia stato avviato da settimane anche presso la Prefettura di Piacenza e con incontri programmati, una delle tre parti sindacali ha continuato a promuovere iniziative di protesta e scioperi che arrecano ripetuti disagi e danni ai clienti, ai fornitori e ai lavoratori di Leroy Merlin. Tali comportamenti continuano a determinare anche ricadute negative in termini di nuova occupazione presso i provider logistici dell’azienda, i cui depositi sono tuttora bloccati.
Questa indisponibilità è oltremodo incomprensibile anche considerando che Leroy Merlin ha da un mese dichiarato la disponibilità a supportare Iron Log nella ricollocazione di una parte dei lavoratori presso un altro provider logistico all’interno del deposito sito a Mantova, nonché a collaborare affinché Iron Log possa porre in essere un complessivo piano di incentivazione finalizzato ad agevolare la ricollocazione dei lavoratori anche attraverso il servizio di outplacement.
Con l’obiettivo comune di trovare soluzioni condivise in risposta al problema occupazionale dei lavoratori di Iron Log, la società ribadisce la piena disponibilità al confronto con il fornitore logistico Iron Log, le parti sociali e gli stakeholder coinvolti presso tutte le sedi istituzionali, a condizione che cessi ogni forma di protesta negli altri siti logistici e presso le sedi della società”.

IL COMUNICATO SI COBAS – “Leroy Merlin insiste nel voler distruggere la vita delle 500 famiglie i cui lavoratori operano nel sito di Castel San Giovanni. Nell’incontro odierno con il sindacato, Leroy Merlin ha infatti avanzato una proposta che non si può definire altrimenti se non ridicola. Vengono proposti 80 spostamenti di lavoratori a Mantova. Il S.I.Cobas ha risposto che esisterebbero volontari per questo trasferimento, ma alle medesime condizioni economiche in essere nel sito di Castello, anche a fronte delle medesime mansioni e delle medesime merci che sarebbero lavorate. Leroy Merlin ha però negato questa disponibilità, scaricando sull’appaltatore che lavora a Mantova eventuali decisioni in seguito. Ciò evidenzia una volta di più, a chi ancora non lo avesse capito, che l’unico fine di Leroy Merlin in questa sporca operazione è quello di dimezzare i costi del lavoro, non riconoscendo nemmeno l’anzianità di servizio degli
eventuali trasferiti.
Non si tratta insomma di una proposta, quanto di un modello di sfruttamento. Le intenzioni di Leroy Merlin rimangono quelle di chiudere il sito in data 26 gennaio. Ma, grazie alla lotta dei lavoratori e del S.I.Cobas condotta sui siti di Settala, Mantova e Piacenza oltre che sui punti vendita di tutta Italia, questo piano sta per naufragare. I lavoratori non si stanno inginocchiando ai ricatti proposti della società. Oggi Leroy Merlin ha dimostrato la sua malafede complessiva: le proposte avanzate nascondono la reale intenzione di liquidare i lavoratori con pochi spiccioli, offrendo loro posti di lavoro scoperti da qualsiasi diritto per spingerli ad accettare l’elemosina.
Il S.I.Cobas ha interrotto la trattativa di fronte a questa presa in giro verso i lavoratori, poiché in assenza di serietà era inutile proseguire. Nei prossimi giorni le azioni di lotta e sciopero si allargheranno pertanto ai punti vendita francesi, rendendo ancora più dura la resistenza contro questa multinazionale ed anche verso le altre società parte del gruppo ADEO. Le menzogne e le falsità circolate su alcuni media circa la dimensione del sito dichiarata da Leroy Merlin (355 persone) sono state infine smentite dal S.I.Cobas, che presenterà gli Unilav di ciascun lavoratore per un totale di 475 persone”.

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