“Formare, educare, condividere”. La Regione contro la violenza di genere

25 Novembre 2023 12:17

“Formare, educare, condividere”: al via il 25 novembre la Campagna contro la violenza di genere della Conferenza delle Assemblee legislative regionali. Tre parole, tre azioni per contrastare la violenza di genere. È l’impegno messo in campo dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali e delle Province Autonome attraverso una campagna di comunicazione che prenderà il via in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e proseguirà per un anno, accompagnata da una serie di iniziative programmate in cinque date simboliche: 25 novembre, 31 dicembre, 14 febbraio, 8 marzo e a maggio la festa della mamma. Ognuna di queste date sarà l’occasione per parlare di un aspetto diverso del contrasto alla violenza sulle donne, un percorso tracciato per tenere sempre lo sguardo fisso verso l’obiettivo di aiutare donne e uomini, ragazze e ragazzi insieme verso un futuro senza femminicidi.

“Come coordinatrice delle Pari opportunità della Conferenza delle assemblee legislative – ha sottolineato Emma Petitti – ho aperto di recente un dialogo con la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e ho proposto ai miei colleghi della Conferenza di impegnarsi su obiettivi concreti. È nata così l’idea di creare una campagna contro la violenza sulle donne che chiederò a tutti i consigli regionali di condividere. Sono tre le parole chiave, tre obiettivi su cui lavoreremo insieme: educare, formare, condividere. Educare, per curare lo sviluppo intellettuale delle giovani generazioni affinché sappiano riconoscere e respingere la violenza in ogni sua forma. Formare, offrendo supporto alle organizzazioni che si occupano di violenza e assistono le vittime che decidono di denunciare. Condividere, ovvero fare rete, unendo le nostre migliori energie e risorse per migliorare i servizi di supporto alle vittime, fornendo rifugi sicuri, consulenza psicologica e assistenza legale. Le donne che subiscono violenza devono sapere che la società è dalla loro parte e che ci sono risorse disponibili per aiutarle a uscire da situazioni pericolose”.

“Siamo ancora scossi – ha proseguito Petitti – per l’efferato femminicidio costato la vita a una ragazza di appena 22 anni, Giulia Cecchettin. Secondo i dati diffusi nelle ultime ore dal Viminale sono 106 le donne uccise dall’inizio del 2023 ad oggi. Centosei storie spezzate. La violenza sulle donne è un problema ‘sistemico’ che deriva da profonde disuguaglianze di potere tra i generi, da una cultura patriarcale di cui purtroppo è ancora fin troppo permeata la nostra società. È ora di porre fine a stereotipi dannosi e discriminazioni che perpetuano questa ingiustizia. Dobbiamo educare le generazioni future su principi di rispetto reciproco, consentendo loro di crescere in un ambiente che promuove l’uguaglianza e la comprensione. Il nostro impegno deve iniziare nelle scuole, dove dobbiamo promuovere l’educazione sulla parità di genere e la consapevolezza delle questioni legate alla violenza”.

Riguardo al disegno di legge sul contrasto alla violenza sulle donne, licenziato all’unanimità del Senato dopo il via libera della Camera a ottobre, Petitti ha sottolineato: “Questo disegno di legge mira a colmare quei vuoti legislativi che non permettono di intervenire in modo significativo di fronte alla minaccia. E quella minaccia troppo spesso ha il tragico epilogo di un femminicidio. L’appello che era arrivato da più forze politiche e dalle associazioni sul tema del contrasto alla violenza prevedeva che maggioranza e opposizione potessero lavorare insieme e così è successo. Bene, quindi, questa convergenza che arriva al termine di un impegno cominciato già nella scorsa legislatura. Ora bisogna continuare a lavorare su tre punti: risorse, formazione e giovani”.

“Come Assemblea legislativa – ha aggiunto Petitti – facciamo la nostra parte per portare avanti azioni mirate a tutelare la parità e a garantire il rispetto tra generi. Ricordo che la Regione Emilia-Romagna si è dotata di una legge, la 6 del 2014, per la parità e contro le discriminazioni di genere. Il Piano regionale contro la violenza di genere rappresenta lo strumento operativo che rafforza e completa il quadro di prevenzione e protezione dalla violenza previsto dalla legge stessa. Ogni anno destiniamo fondi ai centri antiviolenza e promuoviamo bandi per progetti volti al contrasto delle discriminazioni”.

 

 

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