Tra il canto e la ricerca, Marilena Massarini ospite de “Lo specchio di Piacenza”

05 Marzo 2024 22:30

Il sorriso può diventare segno distintivo di una personalità accogliente e solare, capace di risplendere anche nei momenti più bui e di ispirare chiunque incontri lungo il suo cammino. Questo sorriso non è solo un’espressione di gioia, ma diventa un simbolo di una storia fatta di tradizione, innovazione e amore per la propria terra. È un sorriso che racconta di legami indissolubili con la storia passata e con le speranze per il domani. È un sorriso che incarna la concretezza e la creatività dei piacentini, i valori autentici che caratterizzano l’anima della comunità.

L’ospite – Al centro il percorso eclettico di Marilena Massarini, la cantante e l’agronoma, la ricercatrice e la donna dal talento poliedrico che ha saputo narrare ed esaltare la bellezza e la ricchezza della terra piacentina come pochi altri. È lei ad aver risposto “presente” al settimo episodio de “Lo specchio di Piacenza“, il format settimanale ideato e condotto dalla direttrice Nicoletta Bracchi, in onda sugli schermi di Telelibertà.

“Davanti a queste telecamere mi sento a casa – sottolinea la protagonista – qui negli anni Ottanta conducevo “Terra Piacentina”, trasmissione seguitissima. Fu Marcello Prati ad affidarmi la conduzione, si parlava della provincia, volevo far conoscere e proteggere i cosiddetti territori marginali. Usavamo ancora il chroma key come effetto speciale. Ospitavo la Piacenza di un tempo e descrivevo il ricco patrimonio immateriale che ha nutrito i nuovi piacentini”.

Alcuni estratti – L’intervista ha messo in luce il suo ruolo di ambasciatrice della tradizione vernacolare, un compito che ha abbracciato con amore e dedizione. La sua voce racconta storie di vita e di terra. In lei, moglie di Alessandro e mamma di Maristella, si fondono passione e generosità. Dallo spartito del destino si alzano note screziate: “Sono cresciuta in una famiglia appassionata di motori. I Massarini furono i primi a introdurre a Piacenza la Vespa e le Moto Guzzi. Ho iniziato a cantare all’asilo della Sacra Famiglia all’Infrangibile. Studiavo pianoforte con la prof. Riboni Serratore, che collaborava con don Bearesi. Grazie a lei debuttai in Piazza Cavalli al festival della canzone dialettale nel giorno di S.Antonino. Era il 4 luglio del 1974: uno degli interpreti diede forfait e mi proposi per sostituirlo. Cantai “Al pascadur”. Durante le prove mi prese una gran paura, scappai in lacrime. Fu Auro Fiordaliso, il papà di Marina, a consolarmi. E dal 1996 ho preso le redini dell’organizzazione, sono 28 anni che in quella serata cerco di far emergere tutta la forza delle radici piacentine”.

La formazione – Il cammino di Marilena inizia con gli studi classici al “Gioia”, affiancati alla frequenza del Conservatorio Nicolini con i maestri Gianni Poggi ed Eugenia Ratti. Ma la sua fame di conoscenza e il suo impegno la portano ben oltre: laureata in Scienze Agrarie all’Università Cattolica del Sacro Cuore e iscritta all’Ordine dei Dottori Agronomi, ha conseguito una seconda laurea in Agricoltura Ecosostenibile e un master in Politiche Paesaggistiche al Politecnico: “Oggi dirigo da otto anni il Consorzio Forestale “Terra tra due laghi” nel bresciano. L’università più importante l’ho frequentata tra la gente parlando il dialetto, l’anima di un popolo. Nutro tanto affetto per Piacenza ed è ricambiato, non so se lo merito ma certamente lo sento. Non sono nostalgica, guardo al futuro, non sarei quella che sono se, però, non mi affidassi al passato e alla memoria di mia zia Flavia di 100 anni. Rispettiamo i nostri vecchi, il giovanilismo diffuso va controllato, non deve esondare. I miei progetti? Quando inizio una cosa la voglio fare bene, mi preme fare felice chi ho intorno e guardo il lato positivo della vita, sempre”.
Prima di salutare ha dedicato alla platea televisiva “T’al digh in piasintëin”: “Fu scritta nel 1942 da Gianni Levoni. Mi emoziono quando penso a “Schidon”, la storia di un cane leale e straordinariamente intelligente, la canto e rifletto sull’essenza stessa dell’amicizia”.

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